Grotta del Lago (novembre 2024)

Oggi, al Roccione di Corongiu de Mari, contrariamente alle previsioni meteo, la mattina è soleggiata e non c'è vento. All'appuntamento ci troviamo in cinque: Francesco B., Adriano Ur., Michela S., Vladimiro I. e Francesco M. 
Come obiettivo ci siamo prefissati di ricercare e fotografare la fauna ipogea presente nella Grotta del Lago. 
La cavità presenta un ingresso a pozzo che si apre direttamente sul piano di campagna, con un diametro ampio circa 2x2 metri, chiuso da diversi rami sistemati per evitare la caduta accidentale di animali, o persone. Miro comincia ad armare e, appena si sporge nell'imboccatura, rileva subito alcuni piccoli geotritoni.
La presenza di questi animaletti la riscontriamo anche nelle tante microfessure presenti lungo i 25 metri di discesa verticale del pozzo, che termina su un breve piano inclinato, ricoperto di foglie e rametti precipitati dall'esterno.
Il pianerottolo volge su un altro salto, profondo una decina di metri circa e termina in una saletta che si concamera con altri modesti ambienti. Al nostro arrivo, in prossimità di un groviglio di tronchetti sparsi su un ripiano orizzontale, una famigliola di topolini composta dalla madre ed i suoi piccoli si dilegua rapidamente dietro alcuni anfratti calcarei. Cattura la nostra attenzione un grosso ragno che protegge un bozzolo di seta, sospeso nella ragnatela, che custodisce le proprie uova.
Ci spostiamo qualche metro e risaliamo un gradone che conduce in un ambiente superiore caratterizzato da una lunga conformazione calcarea a dente di squalo.
La volta, alta circa 3 metri, è popolata da numerosi geotritoni con i loro cuccioli, alcuni dei quali presentano ancora un corpicino semitrasparente.
Procedendo oltre si apre un vasto ambiente con il soffitto riccamente concrezionato.
Per accedere discendiamo un ripido e scivoloso dislivello, alto una quindicina di metri. La calata termina su un piano semifangoso che degrada verso un livello inferiore, dove si trova un cunicolo che collega al ramo destro della Grotta Cuccuru Tiria. La nostra esplorazione, tuttavia, prosegue verso una sala superiore, accessibile con una impegnativa risalita lungo un tratto di parete fangoso e molto inclinato. La sala è ampia, con una volta che raggiunge circa venti metri di altezza, ed è tempestata da migliaia di luccicanti stalattiti ed altrettante cannule.
Pian piano, riprendiamo la strada di rientro. Usciti dalla grotta, il tempo è completamente mutato, con cielo nuvoloso accompagnato da pioggerellina. Ma niente ci discosta dal restare ancora insieme a mangiar qualcosa, stavolta sotto un grande telo. Ovviamente, non manca neppure la classica "arrustigata" nel grande fuoco che sempre tutti unisce.

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