Grotta Torpado: alla ricerca del passaggio verso Cuccuru Tiria
La giornata si presenta piacevole come di consueto. Ci incontriamo presso la Foresteria per preparare le attrezzature: Adriano Ur, Matteo, Michela e Miro. Velocemente carichiamo i tubolari e ci mettiamo in marcia verso località Corongiu de Mari.
Arrivati al parcheggio nei pressi della grotta iniziamo le operazioni di vestizione: tuta, imbrago e moschettoni vari. Dopo 10 minuti di preparativi ci si può mettere in marcia. Il percorso è relativamente breve, ma il caldo estivo si fa sentire quasi subito, infatti è necessario riposarci qualche minuto prima di iniziare le operazioni di armo della grotta.
Il compito di armare oggi spetta a Matteo: c'è sempre una prima volta! Matteo, sotto la supervisione di Adriano e Miro, comincia ad armare posizionando un coniglio su una placca di calcare a pochi metri dall'ingresso del Torpado; poi prosegue infilandosi nell'angusto ingresso della grotta e procede ad attrezzare i frazionamenti successivi.
Nel giro di mezz'ora ci troviamo all'interno della sala principale e possiamo finalmente rilassarci godendoci il fresco rassicurante che la grotta offre.
Mentre ci troviamo nel salone principale, c'è il tempo di verificare la presenza di diverse specie di ragni e... non ci crederete mai!... proprio al centro della sala troviamo un piccolo topo che dorme beatamente sopra un giaciglio fatto di paglia recuperata qua e là. Disturbato dalla nostra curiosità e dalla luce dei caschetti, sbadiglia e lentamente si allontana da noi alla ricerca di un altro punto dove poter dormire.
Oggi abbiamo una ricerca da fare: trovare il punto di passaggio fra Torpado e Cuccuru Tiria. Procediamo verso una saletta nella quale Michela ricorda ci fosse un passaggio alto da esplorare, da affrontare in libera e andando in opposizione sulle pareti. Purtroppo, una volta affrontato il passaggio, Michela ci comunica che non c'è prosecuzione, dobbiamo quindi cambiare zona di ricerca.
Andiamo avanti lungo un cunicolo, Michela ci guida verso una strettoia: dobbiamo togliere gli imbraghi e tutta l'attrezzatura per poter passare e raggiungere un'altra piccola e bassa saletta. Adriano è costretto a restare indietro, la strettoia questa volta ha la meglio su di lui e sulla sua esperienza: la statura troppo elevata gli rende difficoltosa la prosecuzione.
Siamo rimasti in tre. Michela si avventura verso un'altra strettoia, veramente ostica e scomoda, dopo una breve colluttazione con l'ingresso riesce a superarla. Miro la segue a ruota, unendo alla colluttazione un calendario di santi che richiederebbe troppo tempo per essere elencato. Matteo decide di restare indietro, a metà strada fra Michela e Miro ed il punto in cui si è fermato Adriano.
Dopo aver nuovamente indossato le attrezzature armiamo una calata verticale di circa 10 metri che conduce in un ampio salone: speleotemi di tutti i tipi ed una piacevole "musica" emessa dalle orecchie d'elefante che si trovano subito sotto l'inizio della calata.
Decidiamo di proseguire per una scivolosa e ripida discenderia, assicurandoci di rimanere sempre a contatto di voce con Matteo. Ancora 20 metri di corda e iniziamo a restare impantanati in mezzo ad una soffice ed avvolgente tappeto di argilla. La discenderia prosegue ancora, più ripida e più fangosa. Riusciamo appena a sentire la voce di Matteo. Cosa possiamo fare? Ovviamente possiamo solo proseguire: Michela rimane all'inizio della nuova discenderia e Miro inizia la discesa fino al punto in cui arriva ad una biforcazione, due stretti buchi al centro di una placca di calcare, che riesce a sfiorare con la punta delle dita ma... è finita la corda, non c'è possibilità di proseguire in sicurezza.
Sbuffando e riprendendo in mano il precedente calendario di santi non rimane altro che constatare il dato di fatto: si deve tornare indietro.
A ritroso riprendiamo la salita e raggiungiamo nuovamente Matteo che ci aiuta con il passaggio delle attrezzature attraverso la strettoia, raggiungiamo infine Adriano e possiamo ricompattare il gruppo.
Qualche altro minuto di esplorazione in alcune salette laterali prima di iniziare una breve esercitazione di soccorso in corda tenuta da Adriano. A turno eseguiamo le manovre di soccorso e, una volta appagati per il risultato ottenuto, possiamo riprendere il cammino verso l'uscita, anche perché sono ormai le 15:30 e la pancia inizia a brontolare.
Alle 16:30 siamo tutti fuori dalla grotta e Adriano può cimentarsi nella preparazione di una squisita spaghettata condita con cacio e pepe.
Con lo stomaco pieno ed una birra in mano, sorridendo, pianifichiamo la prossima avventura alla ricerca del passaggio fra Torpado e Cuccuru Tiria.