Grotta delle Spigole

Probabilmente è stata l’escursione più faticosa che si potesse scegliere per la ripresa delle attività.

Raggiungere la Grotta delle Spigole non è stato per niente un gioco da ragazzi. Inizialmente il lungo avvicinamento, sotto il sole e in mezzo ai rovi, non ha fiaccato le nostre forze.

É comunque necessario dire che eravamo appena all’inizio della nostra escursione…  Ma andiamo con ordine.

Lo scenario è uno di quelli mozzafiato che ti fa ringraziare di aver avuto la fortuna di nascere in questo stupendo territorio. 

Generalmente uno speleologo inizia la sua discesa verso il fondo della grotta nella quasi totale oscurità, mitigata solo dalle lampade del casco. 

Nel nostro caso ci siamo trovati ad affrontare la discesa in mezzo alla vegetazione ed alle pareti rocciose, con una spettacolare visuale che ci faceva restare a bocca aperta passo dopo passo.

Quattro ore e mezzo interminabili, prestando la massima attenzione ad ogni singolo passo: il percorso non è adatto a chi vuole fare un semplice trekking e senza aver armato oltre duecento metri di corda sarebbe stato impossibile anche per noi. 

Roberto ha sapientemente armato la discesa, consentendo al resto del gruppo di seguirlo nella totale sicurezza. Vladimiro ha dato assistenza passando corde e attrezzatura quando era necessario farlo. 

Michela e Daniela hanno fatto un estenuante lavoro da sherpa, facendosi carico dell’attrezzatura pesante e facendola arrivare più in basso per consentire la prosecuzione.

Una volta arrivati alla grotta ci si è potuti finalmente riposare qualche minuto. Esatto, giusto qualche minuto, non uno di più: era rimasta da attrezzare l’ultima calata, un mix di corde e scalette che ci hanno consentito di poterci buttare in acqua e godere del ristoro dato dalle gelide piccole onde che ci hanno cullato all’interno della Grotta delle Spigole. 

Appena sessanta minuti a mollo prima di iniziare le altrettanto faticose operazioni di risalita. 

Vladimiro si è preso la responsabilità di disarmare, seguito a breve distanza dai suoi compagni di squadra. 

Ed anche in queste fasi un ennesimo faticoso lavoro da sherpa, portando verso l’alto attrezzature e corde. 

Alle otto di sera il gruppo era finalmente arrivato al campo base: birra ghiacciata (più o meno) alla mano e si è brindato tutti assieme alla Grotta delle Spigole.