Grotta Sesta di Corongiu de Mari

Primo sabato di settembre. Decidiamo di fare un'escursione alla grotta Cuccuru Tiria. La giornata è splendida, cielo azzurro e calura mitigata dal maestralino che rinfrescava fino a ieri. Giunti sul posto cominciamo la vestizione. Potremo entrare anche solo con tuta, senza imbrago. Ma decidiamo di attrezzarci di tutto punto. Saremo in tutto in otto, Adriano Urracci, Francesco M., Claudia P., Tore M., Michela S., Vladimiro I., più due nuovi speleo: Carla P. e Nicola P. L'obiettivo è raggiungere la grotta Sesta di Corongiu de Mari transitando per Cuccuru Tiria. Giunti fronte l'ingresso principale Adriano spiega che questo complesso carsico ha uno sviluppo di circa 5 Km. e congloba più grotte collegate tra loro, come la grotta Torpado, grotta del Lago e, come menzionato prima, la Sesta di Corongiu de Mari.
Claudia è la prima ad introdursi nel mitico ingresso a sepolcro di Cuccuru Tiria. Poi entro io, seguito da Nicola e, via, via, il resto della squadra. (In foto: Tore e Carla controllano gli attrezzi speleo).
Claudia, apripista, prosegue fino alla sala di Su Stampu e Su Cu', denominata così per la presenza di una particolare apertura che, per proceder oltre, dovremo obbligatoriamente attraversare. Dopo aver strisciato e camminato a gattoni con tubolare al seguito, anche Nicola ci raggiunge nella sala.
Seguito quasi subito da Carla che entra salutandoci con un bel sorriso.
Ricompattato il gruppo, Adriano prosegue con le interessanti spiegazioni, soffermandosi sull'origine degli ambienti e la loro attuale conformazione.
Adriano colloquiando con Claudia le chiede di esporre come intende operare per poter proseguire l'esplorazione.
Il quesito è su come attraversare la fenditura presente sul piano di calpestio, entrando con i piedi, oppure di testa. Quindi Claudia si affaccia nella breve apertura sul pavimento (su stampu e su cu') e riferisce a voce la conformazione dell'ambiente, individuando eventuali o probabili ostacoli da superare.
Tore e Carla osservano il tutto ed ascoltano la descrizione minuziosa di Claudia
Dopo esser tutti transitati, raggiungiamo una sala che funge da anticamera di un successivo ambiente interessato da un ripido salto di circa 6-8 metri. Seguo Adriano che raggiunge la stalagmite che preludia il saltino per fargli da assistente. Dopo aver disposto un corrimano fino alla sala precedente, viene predisposta una corda di calata.
Scendo per primo in modo da far sicura ai compagni che si preparano a calarsi. Accanto a me c'è una parete rocciosa tempestata da una miriade di goccioline argentate.
I compagni, ad uno ad uno, cominciano a calarsi, assistiti alla partenza da Adriano e controllati in sicurezza da me. Man mano che si calano, i compagni raggiungono il vasto salone sottostante.
Ci riuniamo tutti nel grande salore, ove si diramano alcune vie, e riprendiamo l'esplorazione. Scavalcata una lunga roccia longitudinale, accediamo ad una prima sala. Qui sono evidenti le tracce dei livelli raggiunti dall'acqua e l'altezza dei vari calpestii ormai crollati.
Continuiamo a percorrere la via, scavalcando alcune rocce. Questa volta è Michela in testa al gruppo che, dando il cambio a Claudia, riprende il percorso.
Durante il tragitto è facile trovare delle muffe cristallizzate che creano originali sculture
Mentre illuminiamo alcune rocce scure, compare una luminosa colata bianca
I cunicoli sono altissimi e consentono il passaggio di una persona per volta.
Tralasciamo il passaggio verso la grotta del Lago e ci dirigiamo alla grotta Sesta
Brevi e impegnative salite si intervallano a scavallamenti di lame di roccia. Nella foto: Michela, Claudia e Carla
La tranquilla passeggiata ci offre spunto anche per la ricerca della fauna cavernicola.. ed ecco il primo esserino
...eccolo ingrandito che fugge velocemente
Cerchiamo di catturarlo con le nostre foto, ma non resta un attimo fermo e fulmineamente si rintana.
Più avanti ecco un nuovo amico
...ed ancora un altro.
Eccone un altro (vedi il dito che lo indica)
eccolo immortalato con un macro.
Siamo tutti intenti a ricercare questi esserini.
Volgendo lo sguardo in alto, la volta è arricchita da numerose colate
Stiamo percorrendo la via per giungere alla grotta Sesta. Questa è la ripida salita che armiamo con una corda.
Mentre ci arrampichiamo, rileviamo alcune vaschette colme d'acqua
Carla raggiunge Vladimiro al termine della impegnativa e scivolosissima salita.
Superata la salita, procediamo su una cengia rocciosa e ci introduciamo in una sala ove disarrampichiamo per due metri circa. Quindi affrontiamo una prima strettoia e, quasi subito, una seconda, fino a raggiungere una sala disposta in pendenza dove attendiamo per ricompattare il gruppo.
Risaliamo la sala, cercando di arrampicarci nella via meno scivolosa, e raggiungiamo la sommità ove si trova una colonna spezzata.
Da qui si nota l'ingresso della grotta Sesta. Per raggiungerlo occorre transitare per qualche metro sopra calpestio scivoloso ed un po' sdrucciolevole.
Ci introduciamo della breve fessura e strisciamo in discesa su roccia liscia per circa 4-5 metri, fino a raggiungere alcune vaschette larghe quanto piccole piscine. Qui la volta è più alta e consente di stare in piedi. La volta è concrezionata da cannule. E' possibile procedere ancora sia verso destra che che verso sinistra. Ma, vista l'ora, preferiamo risalire ed uscire.
Tore posa all'uscita della via che ci ha condotto alle piscine
Mentre rientriamo verso l'uscita della grotta facciamo visita alle salette archeologiche (vicine all'ingresso al sepolcro) e qui troviamo alcuni esemplari di ragno molto grandi.
Tutti fuori dalla grotta, concludiamo la bella giornata posando per una foto di gruppo.