Grotta Su Bugginu

1507 SA\CA – Grotta Su Bugginu Domusnovas, Punta Campu Spina
Latitudine WGS84 39°22’22,01” Nord Longitudine WGS84 08°34’14,78” Est
Quota: 830 m s.l.m
Sviluppo spaziale: 131 m
Dislivello: -105 m

La giornata inizia nel migliore dei modi, con la sveglia alle 5:30 del mattino, un caffè forte come un jet che supera la barriera del suono e un vai e vieni per caricare i mezzi con le attrezzature personali e di squadra.

L’appuntamento è importante, uno di quelli a cui non si vorrebbe mai mancare: Grotta Su Bugginu (trad. Grotta del Diavolo). Adriano, Roberto, Fabrizio, Michela e Vladimiro si mettono in marcia coi fuoristrada per raggiungere quanto prima l’ultima posizione accessibile ai mezzi: sarà una giornata lunga e stancante, ogni minuto è prezioso. Infatti prima di iniziare l’avvicinamento a piedi verso la grotta è necessario un altro caffè… forte come un assolo di Pavarotti.

Roberto comunica la nostra posizione al C.I.S.S.A. e a Roberta, Paolo e Stefano, amici dello Speleo Club Oristanese che saranno nostri ospiti per questa avventura e ci si mette in marcia verso l’ingresso.

Adriano e Roberto si occupano di attrezzare l’ingresso della grotta mentre Fabrizio e Michela li seguono con il resto dell’attrezzatura di squadra. Vladimiro chiude il gruppo portando con sé gli ultimi tubolari rimasti in superficie.

Su Bugginu non si smentisce: fin da subito si lascia ammirare in tutto il suo splendore. Fin da subito fa imprecare il gruppo per le strettoie che iniziano a mettere in seria difficoltà ossa e muscoli.

Poco prima di superare la prima strettoia veniamo raggiunti dagli amici di Oristano che da quel momento possono ammirare ed imprecare assieme a noi. Passaggi stretti ed angusti dove non è possibile avere troppi carichi pesanti, viene fatto infatti un passamano di tubolari da persona a persona fino a quando il primo ostacolo non viene superato.

I numerosi geotritoni presenti ci tengono compagnia durante la nostra lunga ed interminabile discesa. Ed eccola lì, un’altra meravigliosa strettoia che per essere superata deve essere affrontata senza attrezzatura ed imbrago. Altro passamano di tubolari.

Superato questo ennesimo ostacolo si procede giù per l’ultimo pozzo. Scendendo possiamo ammirare il lavoro fatto dall’acqua nel corso di milioni di anni. Un pozzo modellato con forme gentili e sinuose.

Ed eccoci sul fondo, dopo appena 6 ore. Ma siamo sicuri che sia proprio il fondo? Chissà… intravediamo una fessura che prosegue verso il basso, riusciamo a percepire che sotto c’è acqua, forse un piccolo lago o un fiume.

Michela prova ad avventurarsi e tenta di superare questa strettoia, col suo fisico è l’unica che potrebbe andare oltre e trovare una risposta alle nostre domande. Ma, ahinoi, la corda è finita, siamo arrivati al limite massimo che ci eravamo imposti di raggiungere. Esplorazione rimandata.

Qualche attimo di relax, qualche fotografia, una tazza di caffè caldo ed è giunta l’ora di tornare in superficie. Il gruppo procede verso l’alto lasciando Vladimiro sul fondo della grotta, a lui spetterà il compito di disarmare e portare su le corde.

Se la discesa è stata difficile la risalita è quasi dannatamente impossibile: sono tantissime le difficoltà che vengono incontrate, sia dal punto di vista tecnico che fisico. Scivoloni, pestoni, pietre che ad ogni minimo movimento cadono verso il basso e naturalmente le strettoie che mettono a dura prova mente e fisico. Ma lo spirito di squadra permette al gruppo di risalire in superficie dopo 10 ore passate in questa meravigliosa e ostica grotta.

Su Bugginu, sei stato domato.

E’ ormai notte fonda quando tutti assieme, seduti davanti al fuoco per cenare, beviamo un buon bicchiere di vino e ridiamo felici per l’avventura e la magnifica giornata passata assieme.