Incontri inaspettati
Oggi abbiamo dedicato la giornata alla ricerca e al rilievo di alcuni vuoti che facevano ben sperare, proprio alle pendici del Marganai, praticamente dietro casa. Quando capita di trovare un nuovo "ingresso" piuttosto promettente, dopo aver rimosso qualche sasso e strisciato diversi metri, può capitare (come nel nostro caso) che si apra una saletta.
In questi casi si pensa subito: sono il primo a metter piede in questa grotta!!!!
Invece da lì a poco abbiamo capito che non eravamo i primi, ne i secondi, e forse neanche i terzi. La saletta è caratterizzata da un crollo della volta e da un enorme ammasso di macigni e pietre che, in milioni di anni, son rotolate giù dall'ingresso occludendo quella che forse poteva essere una possibile prosecuzione della cavità.
Ci prepariamo quindi ad un faticoso passamano per spostare gli innumerevoli massi nel tentativo di farci spazio sotto la frana ed esplorare la parte più profonda dell'anfratto. Nel punto più stretto della grotta, sotto dei grossi massi, ci appare all'improvviso un cranio e un indefinita quantità di cocci, la maggior parte frantumati dai sassi che gli son rotolati sopra. I cocci sono in pasta nera, spessore di poco oltre il centimetro, lucidati. Il cranio è incompleto, manca la mandibola, probabilmente frantumata anch'essa dal rotolare dei sassi.
Ci fermiamo qui, non continuiamo a scavare.
Quel vuoto naturale per qualche Iglesiente come noi, in un lontanissimo passato, era un luogo dove riporre i defunti, un luogo sacro, meglio non stravolgere la natura del sito.
Dopo aver rilevato la grottina e scattato qualche foto possiamo riguadagnare la superficie e spostarci per raggiungere un altro ingresso promettente, ma questa è un altra storia.
...con Francesco Ballocco, Roberto Ballocco, Vittorio Chessa e Guido Targhetta