Grotta Cuccuru Tiria (stage speleo 2022)


Il CISSA, dopo la lezione sulla speleogenesi carsica tenuta in sede giovedì scorso da Francesco Ballocco, ha scelto per la prima escursione dello stage speleo una tra le più belle grotte dell'iglesiente: Cuccuru Tiria. L'appuntamento è fissato alle 8:00 di domenica 9 ottobre ad Iglesias, presso il cinema multisala di via Cavalier S.Filippo. Nonostante le previsioni meteo prevedano qualche rovescio, questa mattina il cielo è sereno e si avverte quell'aria frescolina tipicamente autunnale. Pian piano ecco arrivare gli stagisti: Stefano A., Davide F., Barbara N., Sara P., Claudia P., Danilo S. e Mara S.. Ad accoglierli, oltre me, ci sono Betty P., Federica E. e Francesco B. 
Ci avviamo verso Corongiu de Mari e, dopo aver parcheggiato le auto nei pressi del Roccione, cominciamo la vestizione. Sul posto troviamo Tore M., Aurora F. e Marco S. Mentre, ci precedono in grotta Vladimiro I., Michela S., Roberto B. ed Alberto M., perché devono armare un saltino da quattro/cinque metri ove più tardi si caleranno gli stagisti. Giunto il momento di cambiarci d'abito, indossiamo casco ed imbrago e siam pronti ad occuparci dei nuovi amici. A ciascuno di loro consegniamo un caschetto munito di torcia frontale, una longe ed un imbrago che aiutiamo ad indossare regolandolo a giusta misura. Poi, ci avviamo verso il classico ingresso a sepolcro della Grotta Cuccuru Tiria che raggiungiamo attraversando un breve sentiero nella boscaglia. 
Ed eccoli i nuovi! Posano compostamente con le loro tutine stirate e profumate. Par quasi debbano andar per funghi. Alcuni ostentano temeraria sicurezza; altri, più prudentemente, attendono ragguagli su ciò che li attende. Ma in tutti traspare tangibilmente quell'euforia di saggiar nuove emozioni. Sono assolutamente ignari di come si svolgerà la prima impegnativa giornata e noi del CISSA siam certi che per loro sarà una piacevole sorpresa. Dopo la foto di rito che li ritrae tutti belli, sorridenti e che, al contempo, evidenzia quel plausibile minimo d'impaccio di chi ancor non si conosce, siamo tutti pronti a varcare la soglia della grotta. 

L'ingresso della grotta non è tanto ampio ed è disposto quasi a pozzo. Si accede, comunque, facilmente utilizzando con raziocinio i diversi appigli presenti in parete. Decidiamo di entrare seguendo un ordine ormai collaudato, alternando un compagno ogni due stagisti. 


Qualche metro sotto l'ingresso si trova un piano semi-inclinato ove si può transitare in piedi.
Sosto qui alcuni minuti per offrire, all'occorrenza, il mio supporto. 


Il punto risulta ideale anche per osservare i volti concentratissimi e sorridenti degli stagisti che per la prima volta affrontano passaggi angusti. Tutti oltrepassano abilmente questo tratto che, per molto versi, equivale al superamento di un proprio limite (in primis la fobia degli spazi chiusi). 


In effetti, è proprio l'abbracciare e superare tale limite che battezza il proprio ingresso nel mondo della speleologia. 


Intervallati dai compagni CISSA, i nuovi ragazzi proseguono a carponi lungo un suggestivo cunicolo che li conduce in una prima sala ove apparentemente sembra non ci sia prosecuzione. Però, osservando meglio, è presente una fessura sul pavimento che tra compagni soliamo chiamare "su stampu e' su cù", ove non pensi assolutamente di poter passare. 


Anche questa è una divertente prova che i nostri stagisti superano brillantemente. 
Alcuni si tuffano nel buco direttamente a testa in giù, altri preferiscono entrare con i piedi. 


Strisciamo qualche metro su un lieve dislivello negativo, poi riprendiamo il percorso a carponi fino alla prossima saletta che, per noi che siamo tanti, funge un po' da sala d'attesa in quanto è attigua a quell'ambiente più ampio ove si trova il saltino armato precedentemente dai compagni CISSA. 

Uno per volta facciamo allongiare gli stagisti su un corrimano per consentir loro di transitare in sicurezza sul bordo del dirupo. Francesco B. li attende accanto ad una stalagmite ove, con l'ausilio di una corda, li aiuterà a calarsi nel salone sottostante. Sono state predisposte anche delle scalette speleo che i nuovi amici afferrano con le mani per meglio bilanciarsi durante la discesa. A poca distanza è stata calata una corda di servizio ove i compagni CISSA, opportunamente allongiati lungo il saltino, controllano ed offrono assistenza ai ragazzi mentre si calano. 

Ultimate le calate, ricompattiamo il gruppo nel salone sottostante. 


Capita anche l'occasione di utilizzare lo zaino sfiga, contenente tutto l'occorrente per il soccorso, per disinfettare un graffietto che un compagno si è procurato in calata strisciando su una roccia. 


Poi ci rimettiamo in marcia con l'obiettivo di raggiungere il ramo dell'acqua. Francesco B. spiega le caratteristiche specifiche di questa grotta che è soggetta a frequenti allagamenti (soprattutto nei periodi di pioggia), ed evidenzia i diversi livelli creati dall'acqua. 

Riprendiamo la via percorrendo alcuni tratti tra diaclasi con alte pareti verticali che, quasi a sorpresa, aprono piccoli varchi quasi diametralmente opposti, per poi trapassare tortuosi cunicoli ed affacciarsi dentro ampi saloni ove gli stagisti, totalmente estasiati, hanno il piacere di osservare colate di stalattiti, colonne, concrezioni a forma di orecchie d'elefante, pareti tappezzate da canne d'organo e la volta tempestata da svariate forme di aragoniti. In sintesi concretizzano in prima persona tutti quegli speleotemi che avevano solo visualizzato nei fotogrammi della lezione precedente.

Mentre ci avviamo verso le pompe dell'acquedotto sotterraneo procediamo su un pavimento morbido e sabbioso e transitiamo sotto alcune rocce forgiate dall'impeto dell'acqua che ha creato tante scanalature disposte a raggiera, quasi fossero le lamelle di un fungo.


Dopo qualche decina di metri giungiamo innanzi all'enorme cancello in ferro. 
Qui, da tempo, un fiume d'acqua ha scavato il pavimento ed il nuovo livello, assai più basso, ci consente di transitare al di sotto di tale sbarramento stando tranquillamente in piedi. 


Qualche metro ancora e possiamo affacciarci al ramo dell'acqua, ove il fiume forma un laghetto e lo riversa più in basso creando una sorta di cascata. Alberto ne approfitta un po' per rinfrescarsi.

Poco più in alto visitiamo una sala, un tempo bellissima, ove il secolo scorso sono state tagliate e portate via tante stalattiti, creando un danno a questo meraviglioso ambiente. Come ribadito più volte dal presidente CISSA, come speleologi siamo tutti concordi nel sostenere che è vietato toccare le concrezioni, così com'è vietato portare via qualsiasi cosa, anche se si tratta di piccoli pezzi già rotti, caduti o staccati.; il nostro obiettivo resta principalmente quello di visitare, ammirare e divertirsi senza lasciare traccia della nostra presenza.

Mentre lasciamo l'area delle pompe troviamo qualche profumato julius e particolari ciuffi di muffa.


Poi ci dirigiamo verso un altro ramo della grotta ove rinveniamo, lungo lo scolo di un rigagnolo, una serie di ossicini ormai concrezionati appartenenti a qualche roditore.

L'escursione volge quasi al termine e, dopo aver oltrepassato il saltino ed essere usciti da su stampu e' su cù, decidiamo di visitare una saletta archeologica. Per accedere è necessario transitare sotto la roccia. Pertanto ci appiattiamo in terra e strisciamo con la pancia nello stretto incavo per qualche metro fino ad entrare in un'ampia sala che possiamo esplorare stando in piedi. Anche questo ostacolo costituiva un'ulteriore prova da superare. 
Uscendo dalla grotta troviamo la vegetazione che la circonda bagnata dalla pioggia. Prima che il tempo peggiori ci mettiamo in posa per un'ultima foto di gruppo che testimonia la bella giornata trascorsa con vecchi e nuovi amici. I volti dei ragazzi sono stanchi ma felici e quel distacco iniziale di diffidenza tra sconosciuti, ora, chissà perché, non esiste più.


......................seguono altre foto dell'escursione..........................