Capo Sferracavallo: le 5 calate (settembre 2019)
Blog di Francesco Ballocco - Pubblicato dal CISSA Aps Iglesias il 14/09/2019
Ci sono occasioni alle quali non si può rinunciare, come gli inviti degli amici che arrivano a sera tarda, quando già pensi ai tanti impegni del giorno seguente e ti chiedono: "partiamo alle
06.30 con Mauro e Alberto, serve l'attrezzatura, che fai, vieni?". Oggi è andata così, non sapevo neanche dove si andava, ma "qualcuno"
aveva letto di un bel percorso tra le pareti di Capo Sferracavallo,
vicino alla spiaggia di Coccorrocci, e così la tentazione ha prevalso
sugli impegni presi e sulla poca voglia di mettere la sveglia alle
cinque del mattino. "OK, ci sono anch'io" rispondo, "non posso lasciarvi andare da soli, potreste perdervi!!!" Alle 07.00 quando eravamo già in viaggio arriva anche la telefonata di Vittorio: "sono in tempo per unirmi?". Alla fine inaspettatamente ci ritroviamo in cinque a chiacchierare per
tutti i 140 chilometri che ci separano dalla spiaggia di Coccorrocci. Per chi come me non aveva mai visto quest'angolo di Sardegna è una vera e piacevolissima sorpresa. La spiaggia è un enorme, immensa, distesa di ciottoli ai piedi di una vallata granitica dove ogni onda del mare è cadenzata dal suono ritmico degli infiniti sassi
che si muovono nella battigia mentre la leggera brezza trasporta i profumi del corbezzolo e del ginepro.
La spiaggia è deserta, un
paesaggio diverso, molto bello, capisco subito che è valsa la pena
rinunciare a qualche ora di sonno.... E siamo solo all'inizio della nostra avventura. Ci incamminiamo velocemente lungo il bel sentiero che in salita si
addentra nella boscaglia e che, dopo circa 30 minuti, ci conduce a "Sa
perda stampara": un costone roccioso con un apertura passante dalla
quale si ha una bella visuale sulla costa. Dopo poche centinaia di
metri, iniziano le calate in corda: semplici ma mai banali, panoramiche
sul mare sottostante e con rassicuranti soste nuove. La linea di
discesa è praticamente verticale quindi ci si trova spesso sotto le
calate più alte, ci raccomandiamo a vicenda di prestare attenzione a
non far cadere eventuale pietrame instabile. Alla base di ogni
calata do uno sguardo verso l'alto per ammirare le strane forme delle
pareti: qui la natura si è sbizzarrita a modellare la roccia creando
insolite creste, anfratti e guglie.
Quando stiamo per concludere
le calate ciaccorgiamo della presenza di altri escursionisti sopra di
noi così, dalla base dell'ultimo salto, quando a loro volta si calano
sullo spigolo, gli faccio qualche foto proprio quando il cielo evidenzia
la loro sagoma. Prima di intraprendere la via del rientro
aspettiamo qualche minuto l'arrivo degli sconosciuti compagni di
avventura e con piacere scopriamo che si tratta di Antonello Azara e Walter Curreli (è lui che ha avuto la brillante intuizione di tracciare
il percorso, complimenti, bellissimo!) che si trovavano lì per portare la cassetta che ospiterà il libro di via. Tra una battuta e l'altra prendiamo insieme il facile e breve sentiero
per ritornare alla spiaggia fin quando, con ulteriore sorpresa, ci
ritroviamo ad attraversare un altro bel bosco di lecci, corbezzoli e
ginepri circondati da alte e particolarissime pareti strapiombanti con
alla base degli antichi ripari sotto roccia.
Walter mi spiega
l'origine di queste particolari formazioni ma le mie domande e le
ripetute soste fotografiche alla fine faranno tardare il rientro
dell'intero gruppo. Alle 15 facciamo una frugale merenda che
anticipa la partenza per il rientro, non prima di aver salutato i nostri
amici ed esserci complimentati con Walter per la bellissima intuizione. Nel lungo rientro in macchina si parla della bella esperienza
appena conclusa e siamo tutti concordi: il percorso è veramente
piacevole, l'avvicinamento è breve e semplice, le calate facili ma
spettacolari, il panorama è eccezionale....... Insomma, merita una seconda ripetizione con il resto del gruppo.
Blog di Francesco Ballocco - Pubblicato dal CISSA Aps Iglesias il 14/09/2019