Un gioiello dal passato




Lo scorso settembre il Cissa ha effettuato un trekking con lo scopo di visitare due famosi nuraghi arroccati tra le affascinanti montagne di Urzulei: nuraghe Gorroppu e nuraghe Mereu. Prima della partenza, in sede, abbiamo studiato a tavolino dei "fuori pista" che ci permettessero di seguire un percorso circolare per rientrare al punto di partenza. La mattina quindi indossiamo gli scarponi con le idee ben chiare sul tracciato più conveniente per raggiungere i due nuraghi e qualche dubbio sulla reale fattibilità del nostro piano di rientro alternativo. Dopo aver raggiunto con facilità nuraghe Gorroppu e nuraghe Mereu, e dopo averli immortalati con fotografie e video, ci fermiamo per un pasto frugale.Considerato il meteo favorevole e il rispetto dei tempi di percorrenza decidiamo di proseguire in battuta su sentieri non tracciati anche perché, se la nostra idea non risulterà fattibile, avremo il tempo necessario per riprendere a ritroso lo stesso percorso dell'andata. Ci intrufoliamo quindi nel fitto bosco seguendo la nostra traccia gps. Dopo qualche ora ci affacciamo sulle ripide pareti del flumineddu con la speranza di individuare un agevole discesa che ci possa condurre al fiume sottostante. Procediamo con attenzione su un ripido basamento calcareo spesso invaso da vegetazione e detriti dove ogni passo deve essere programmato con precisione per non rischiare di scivolare, ed è qui che lo sguardo di Salvatore (Medda) si posa su qualcosa dalla forma anomala in natura: un anello!

"Hei, ho trovato un anello!!!!"


Quando il vocione di Tore rimbomba nella gola ci raduniamo tutti per osservare l'insolito e bellissimo ritrovamento. Ci è sembrato abbastanza evidente che l'oggetto fosse di origine antica, non certamente contemporanea: si tratta di un anello in bronzo, praticamente intatto, con delle decorazioni geometriche e delle raffigurazioni che non riusciamo ad interpretare.


Come è finito un anello in bronzo in questo luogo così impervio?
A chi apparteneva?
Sarà caduto insieme al proprietario?
A quale epoca risale?
Cosa rappresenta la decorazione?


Naturale porsi un sacco di domande e altrettanto naturale trovarsi senza alcuna risposta. Prendiamo le coordinate del luogo del ritrovamento, scattiamo qualche foto e proseguiamo il nostro cammino di rientro non prima di aver messo il prezioso reperto al sicuro dentro lo zaino. A questo punto il proseguo della storia è inevitabile: per tutta la successiva passeggiata continueremo a fantasticare sull'anello. Sappiamo bene di dover segnalare con tempestività il ritrovamento alle autorità ma considerata l'ora tarda e la stanchezza accumulata nei due giorni di escursione decidiamo di affidarci entro le 24 ore ad una dettagliata comunicazione tramite Pec alla Soprintendenza.La mattina seguente infatti, con l'aiuto di Prof. Luciano Alba, predisponiamo la Pec riportando la descrizione dell'anello, delle modalità del ritrovamento, le coordinate del luogo, uno stralcio della carta IGM e delle accurate fotografie. Come accaduto in altre occasioni, è una grande emozione trovarsi di fronte alle testimonianze del nostro passato, son sicuro che ricorderemo per sempre quella bellissima giornata come "il giorno dell'anello". Riporto la precisa descrizione di Prof. L. Alba.Anello di bronzo ossidato e incrostato di forma circolare del diametro di cm 2,2 con verga appiattita, spessa cm 0,1 (più sottile del castone e decorato da un motivo inciso) e larga cm 0,3, che tende ad allargarsi verso il castone di forma ellissoidale di cm 1,5 x 0,6 inciso con motivo attualmente non leggibile. A fianco del castone, sia da una parte sia dall'altra, seguono 4 linee in rilievo, poste trasversalmente all'andamento della verga, un rombo ed altre 4 linee, tra queste due decorazioni c'è uno spazio libero di circa cm 2. Il peso è di g. 2,
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