Blog di Francesco Manca - Pubblicato dal CISSA Aps Iglesias il 01/04/2017
Dopo alcuni mesi di preparazione è finalmente arrivato il giorno di partenza per l’esplorazione a Golgo. Questo 31 marzo, un venerdì primaverile, ci accoglie con un bel sole offrendoci una gradevole temperatura. Alle 7:30, c’incontriamo nella nostra sede per prendere il materiale occorrente alla spedizione. Con determinante carica di positività il nostro presidente C.I.S.S.A. Francesco Ballocco esordisce con entusiasmo enunciando: “Ragazzi, il tempo di sistemare le ultime attrezzature nei sacchi e si parte. 1000 metri di corde nuove, 50 moschettoni PLG, 20 alto carico, un tubolare di cordini e fettucce, carrucole, paranchi, radio, 20 anelli, 30 placchette, 20 fittoni, resina e trapani, illuminatori, macchine fotografiche e telecamere, cavalletti, provette e ampolline, cartelline, bussole, distanziometri, martelli e scalpelli, barattoli, batterie, sacchi, teli, termometri, igrometri, luxometri e tante altre attrezzature, 20 sacchi speleo forse possono bastare!”. Partiamo quindi alla volta di Baunei dove siamo attesi in una sala riunioni dell’ Infopoint del comune per un briefing che terranno i professori Dr. Alberto Marini e Dr. Antonio Assorgia del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Cagliari.
Gli studiosi sono stati incaricati dal sindaco Salvatore Corrias e dall’intera amministrazione comunale di svolgere ricerche scientifiche nel Supramonte di Baunei. Con l’ausilio di alcune mappe ci illustrano le caratteristiche geomorfologiche del territorio che contempla un complesso roccioso principalmente carsico, caratterizzato da una serie di grotte, doline ed inghiottitoi. Ci spiegano che le conformazioni calcaree sono spesso sovrastate da una roccia più scura di origine lavica, il basalto, originatasi durante le eruzioni vulcaniche del periodo neozoico. La Voragine di Golgo, in particolare, presenta in superficie un pavimento basaltico sotto il quale, scendendo a quote inferiori, si trovano strati calcarei. L’incontro con i professori evidenzia il particolare interesse che ripongono sulla nostra esplorazione alla quale riversano specifiche aspettative scientifiche. Adiacente alla sala riunioni si trova un piccolo museo dove sono esposti alcuni reperti archeologici ed i minerali trovati in questa zona.
Dopo l’incontro ci spostiamo sull’altopiano del Golgo per prendere alloggio al Rifugio della Coop. Goloritzè. Nonostante in questo periodo la struttura sia ancora chiusa, l’amico Antonio Cabras (presidente della cooperativa), ci concede di poterla utilizzare fino al giorno di partenza. Il Rifugio si trova circa 600m. dalla chiesetta campestre di San Pietro Apostolo a Golgo ed è completamente mimetizzato nella vegetazione. E’ costituito da un locale disposto su due livelli: al piano terra si trovano un ampio salone adibito a ristorante, una reception ed un piccolo bar; mentre al primo piano son presenti alcune camere da letto. Il caseggiato è circondato da un bellissimo prato con alcune panche in legno. Poco più avanti si trovano due fedeli riproduzioni di cuile. Nell’ampia area che circonda il Rifugio ci sono tante piazzole per montar le tende e sono stati edificati diversi bungalow attrezzati con letti a castello ed alimentati da corrente elettrica. Giunti sul posto, alcuni compagni si organizzano per montare la propria tenda, mentre altri (come me), soggiorneranno nei bungalow.
Oltre me ci sono Francesco B., Betty, Alessandra, Riccardo, Adriano Us., Mauro, Adriano Ur., Vittorio, Giorgio C., Simona, Guido, Tonella, Peppe, Sara S., Annalisa C., Carlo T., Graziella, Tore, Alberto e Stefano R. Altri compagni ci raggiungeranno domani. Dopo un breve pranzo a sacco ci spostiamo tutti al Golgo per disporre le corde e posizionare carrucole e paranchi. L’area è completamente chiusa da un’alta recinzione metallica. La voragine è più conosciuta in loco come Su Sterru (dal sardo su isterru o disterru, ossia inghiottitoio o baratro). Si può osservare da un terrazzino appositamente creato, chiuso da una ringhiera di protezione, ubicato molto più in alto rispetto all’ingresso del profondo pozzo. Poco prima del terrazzino si trova una croce in metallo, posta in memoria di un ragazzo che spinto dalla curiosità si sporse nella voragine fino a scivolare e perdere la vita. Nell’ampio spazio che precede l’area del belvedere si trova un cartello turistico con un interessante descrizione di Su Sterru. Appena giunti sul posto indossiamo tuta ed imbrago e ci mettiamo subito all’opera.
Per prima cosa Giorgio dispone una corda che dalla ringhiera del terrazzo panoramico scende fino alla voragine. Una seconda corda viene disposta sulla parete laterale (a destra del terrazzo) e calata vicino ad una franata. Poi, ci caliamo trasportando le attrezzature fino all’orlo dell’inghiottitoio ed iniziamo a creare un reticolo di corde che tendiamo con carrucole e paranchi, predisponendo un sistema che consenta di calare due compagni per volta. L’impianto è stato progettato in modo che le corde siano adiacenti alla parete solo in due momenti: quando i compagni si preparano alla discesa e durante la fase terminale della loro risalita. Quindi, manovrando opportunamente gli attrezzi, le corde saranno deviate a centro pozzo, evitando l’eventuale sfregamento delle stesse sulle pareti. Il gruppo lavora armoniosamente ed ognuno di noi ha il giusto addestramento per svolgere ogni compito. Questo ci permetterà di poter creare dei turni (sempre che entusiasmo ed emozione consentano di farci letteralmente staccare dal bordo della voragine). Per l’esplorazione di domani abbiamo pianificato la calata di quattro coppie speleo.
Francesco Ballocco e Vittorio Chessa saranno i primi a scendere e gli ultimi a risalire, con 6 ore di permanenza totale sul fondo. Tra i diversi compiti avranno quello di rilevare temperatura ed umidità a prefissati intervallli e realizzare un rapporto video fotografico con rilevamenti tridimensionali. Poi si caleranno Carlo Tocco con Adriano Urracci che avranno il compito di registrare la conformazione della voragine a quote prestabilite, effettuando un dettagliato rilievo con bussola e luxometro. La terza coppia sarà composta da Guido Targhetta insieme a Muggiano (un ragazzo baunese pratico di arrampicate). Infine scenderà la quarta coppia composta da Giorgio Caddeo insieme ad Antonio Cabras (formidabile guida ed esperto in arrampicate). Invece, per oggi abbiamo previsto di calare due speleologi (Vittorio Chessa ed Adriano Urracci), per estrarre alcuni campioni di roccia sotto il primo strato di basalto. Per identificare l’esatta quota alla quale si troverà il materiale da campionare, filiamo lungo la parete del pozzo un cordino sul quale abbiamo applicato ad intervalli misurati delle bandierine indicanti la metratura.
Pian piano i due amici discendono le pareti scomparendo sotto uno spuntone di roccia pianeggiante posto a circa -10m. Restiamo con loro in costante contatto radio, garantendo la sicurezza e condividendo le emozioni in diretta. Vittorio riferisce che lo strato calcareo comincia proprio sotto quel terrazzino roccioso che si nota dalla superficie. La parete risulta scavata ed in tale rientranza è possibile prelevare campioni di calcare. Ultimato il lavoro, rientriamo al Rifugio quando ormai è l’imbrunire. Per la cena siamo invitati nel salone ristorante insieme alla squadra Polisportiva Baunese Calcio. Purtroppo non possiamo trattenerci fino a tardi, in quanto domani mattina abbiamo un importante compito da svolgere. Salutiamo quindi i simpatici atleti della Baunese che si intrattengono ancora per giocare a sa morra. Alle 6:30 siam già in piedi, adrenalinici per l’imminente missione. Un’ora più tardi ci ritroviamo tutti sul piazzale sterrato antistante la recinzione che custodisce la Voragine di Golgo. Quindi iniziamo a disporre ordinatamente tutta l’attrezzatura necessaria alla discesa, curando con particolare attenzione gli strumenti in dotazione agli speleo che dovranno calarsi nell’inghiottitoio.
Poco dopo il nostro arrivo ci raggiunge anche il sindaco Salvatore Corrias per assistere ai preparativi e conoscere il nostro programma. Mentre indossiamo tuta ed imbrago sopraggiunge anche l’ambulanza del 118, insieme ai carabinieri ed ai vigili urbani. Contestualmente giunge anche una troupe di giornalisti di Rai3 e Videolina per fare un’intervista al nostro presidente. Francesco Ballocco spiega che le motivazioni scientifiche della spedizione nascono da specifiche richieste formulate dagli studiosi Dott. Marini e Dott. Assorgia che, sulla base delle loro richieste, attendono dalla spedizione una relazione corredata da campionature e documentazione fotografica. Mentre ci caliamo alla base della voragine alcuni compagni restano sul terrazzino panoramico in modo da controllare che le persone che giungono per assistere all’evento non facciano inavvertitamente scivolare pietre o rametti, in quanto anche tali piccoli oggetti, precipitando nella nostra area operativa, con l’accelerazione assunta in caduta costituirebbero serio pericolo.
Alla base del pozzo riproviamo le medesime manovre di ieri per effettuare gli ultimi test al sistema di corde. Prima di far calare gli speleo, decidiamo di disporre una nuova deviazione atta a regolare meglio le corde a centro pozzo. Alle 10:45 si cala all’interno della voragine Vittorio Chessa, raggiunto quasi subito da Francesco Ballocco. I due compagni scendono parallelamente su due distinte corde, fermandosi ad intervalli stabiliti per gli opportuni rilievi, mettendosi in contatto radio ogni 25m. per comunicarci informazioni che accuratamente registriamo. In tal modo sappiamo costantemente la profondità raggiunta. La quota è sempre a vista, grazie al cordino graduato che abbiamo precedentemente filato. Nel frattempo sono arrivati Carlo P., Luciano C., Bea e Nicola che si mettono subito all’opera per aiutarci. Mentre, con tutti gli altri compagni del C.I.S.S.A. che non hanno potuto presenziare siamo costantemente in contatto sulla chat del gruppo, ma in realtà col cuore siam tutti presenti.
Sul terrazzino è giunto anche prof. Assorgia che segue con interesse tutte le operazioni, intervenendo sovente tramite radio per richiedere direttamente ai due speleo le caratteristiche del tratto che stanno attraversando e, se fattibile, di prelevare qualche campione di materiale rapportando a corredo la documentazione fotografica. Nel frattempo Carlo P. è sceso ad aiutarci alla base del pozzo, mentre Alessandro A. ci saluta dal suo aereo sorvolando tutta l’area. Alla base del pozzo giungono anche Luciano C. e Nicola che, partendo dal terrazzino panoramico, stanno rilevando con la bussola tutte le misurazioni di tale dislivello fino all’imboccatura della voragine. Alle 13:03 Francesco B. e Vittorio C. raggiungono il fondo dell’inghiottitoio. Francesco B. ci informa che rispetto alla sua ultima esplorazione effettuata nel 1999 (in relazione anche a quelle del 1993 e del 1995), lo scenario che rileva è in gran parte mutato in quanto si è verificato un nuovo crollo che ha ridisegnato in parte la morfologia del sito. Alle 13:45 cominciano la calata Adriano Ur. e Carlo T. Anche la loro discesa procede lenta in quanto devono rilevare una serie di misurazioni a quote stabilite, nonché riportare uno schizzo su carta delle diverse sezioni.
I ragazzi baunesi, per non prolungare ulteriormente i tempi con la loro discesa, decidono di rimandare la loro esplorazione ad una prossima occasione. Pertanto, saranno complessivamente tre le coppie di speleologi che si caleranno. La terza ed ultima squadra, composta da Giorgio C. e Guido T., si cala alle 15:50. Nel frattempo dalla base del pozzo, risaliamo a turno sul terrazzino panoramico dove sono stati allestiti alcuni tavoli con taglieri di affettato, formaggi, birra e vino da offrire anche ad eventuali ospiti. Qui ritroviamo prof. Assorgia che sovente comunica tramite radio con gli speleologi all’interno della voragine, vivendo, seppur indirettamente, l’emozione della discesa in tempo reale. Ridiscesi alla base operativa che volge alla voragine ci prepariamo ad accogliere i primi compagni che stanno ultimando la risalita. Alle 19:02, dopo 4:40 di permanenza sul fondo ed 1:20 di risalita, impiegata per completare la documentazione fotografica, arrivano Francesco Ballocco e Vittorio Chessa. Esausti dalla fatica, sono accolti con incessante scroscio di applausi da parte di tutto il C.I.S.S.A. e dal folto pubblico che assiste dall’alto del pianoro.
Commossi per il risultato conseguito, risalgono gli ultimi 21m. che li separano dalla base del pozzo al pianoro sovrastante dove sono attesi, oltre che da tantissimi amici, da televisione e stampa per un’intervista a caldo. Un’ora più tardi, alle 20:06, escono dal pozzo Carlo Tocco ed Adriano Urracci, dopo una risalita durata 55min. Ed ancora, scaturiscono applausi e grida d’esultanza per la prova dei due compagni. Alle 21,35, quando la luce del giorno ormai è calata, escono dall’imponente inghiottitoio Guido Targhetta e Giorgio Caddeo, dopo 1:15 di risalita. Abbracciati affettuosamente da tutti i compagni, si accingono a raggiungere il pianoro per esser accolti calorosamente dal pubblico presente. Dopo aver recuperato il materiale dal fondo pozzo, assicurato dai compagni alle corde prima della risalita, mettiamo in sicurezza il sito rimuovendo tutti gli armi. Terminiamo la lunga giornata al Rifugio Goloritzè, festeggiando giocosamente tutti insieme con balli e canti.
Video: Trailer Golgo 2017 - Spedizione CISSA a Su Sterru - VM Vittorio Chessa