Foresteria Monteponi (Monumenti Aperti 2024)
Quest'anno, in occasione della manifestazione Monumenti Aperti svoltasi ad Iglesias l'11 e 12 maggio 2024, l'afflusso di visitatori alla Foresteria Monteponi è incrementato notevolmente. Il percorso guidato nelle diverse aree del salone è stato curato da Francesco Ballocco (presidente del Centro Iglesiente Studi Speleo Archeologici), che con tanta passione riesce brillantemente a trasmettere complete informazioni artistiche e storiche.
Appena entrato nell'ampio salone resto affascinato dal maestoso affresco murale "La Miniera" realizzato nel 1950 dall'artista Aligi Sassu. L'opera, con i suoi 12 metri di lunghezza x 3,5 metri di altezza, occupa un'intera parete. Leggendo l'affresco da sinistra verso destra risaltano inizialmente colori caldi, solari, che poi, man mano che proseguo con l'osservazione, mutano in freddi e scuri, creando un netto contrasto tra luce abbagliante e drammatica oscurità. L'affresco vuol rappresentare il duro lavoro che l'uomo ha sempre svolto per lo sfruttamento del sottosuolo. La vista viene cattura al centro dell'opera ove alcuni uomini nudi e muscolosi, armati di piccozza e martello, scavano la roccia sotto un sole cocente per ricercare ed estrarre il minerale. Tra brulle colline che degradano verso il mare si nota un carro trainato dai buoi, carico del prezioso prodotto di miniera, dirigersi verso la costa ove lo attendono le navi per il trasporto e lo smercio. In lontananza, tra i marosi, si distingue il faraglione Pan di Zucchero. Proseguo la mia osservazione verso la parte destra dell'affresco ove in alto risalta il Palazzo Bellavista di Monteponi, la grande e moderna industria mineraria ed alcuni fumaioli che riversano in cielo i loro vapori; mentre in basso è raffigurata una galleria di miniera con alcuni minatori muniti di martello pneumatico ed altri attrezzi innovativi per l'epoca, mentre svolgono il loro duro ed angoscioso lavoro. Il murale termina focalizzando i volti cupi e commoventi di un gruppo di minatori stipati in un ascensore, al buio, ove l'unico bagliore è dato da una lampada a carburo.
Tutto ciò, il vecchio ed il nuovo, è osservato dal saggio pastore seduto all'ombra dell'unico albero sano che trova posto in primo piano, quasi al centro dell'affresco. La modernizzazione, che ha riposto il futuro esclusivamente sulle macchine e sulla tecnologia industriale, ha creato un diffuso filone di pensiero che disdegna tutto ciò che è tradizionale e vorrebbe cancellare cultura e poesia del passato. Gli uomini, attirati dall'illusoria promessa industriale e, nello specifico, dal lavoro in miniera, abbandonano la coltivazione dei campi e l'allevamento del bestiame. I verdi prati ed i boschi saranno soppiantati da sterili colline e l'aria sarà contaminata dalle scorie rilasciate dai fumaioli. E' proprio questo quel dualismo che raffigura l'affresco, la contrapposizione luce ed ombra, l'antagonismo tra la cultura tradizionale e quel nuovo fallace concetto che si proponeva come modernizzazione... a scapito di chi?... per quali benefici?
Il tutto ruota intorno al perenne concetto del predominio sulla natura dell'uomo per la sopravvivenza, come poi ha rappresentato anche Agenore Fabbri nella sua scultura parietale "Caccia al Cinghiale". Così come, nell'affresco del Sassu, il minatore domina la natura (scavando con la forza nel ventre della terra per estrarre il minerale), per la sopravvivenza (con il duro lavoro porta il pane in casa e sfama la famiglia); nella "Caccia al Cinghiale" del Fabbri si esalta lo sforzo dell'uomo che, aiutato da cavalli e cani, deve lottare per catturare il cinghiale e, quindi, procurarsi il cibo.
La visita prosegue in un'area tematica dedicata agli ipogei primitivi del territorio iglesiente, con focus su due siti archeologici: la Grotta della Volpe e le Domus de Janas di San Benedetto.
Proseguendo troviamo un'area espositiva con manufatti del periodo medioevale: reperti rinvenuti durante gli scavi archeologici nel Butto di Via Eleonora.
La spiegazione continua in un'area dedicata ai rifugi antiaerei. In particolare il rifugio di Via Eleonora ed il rifugio sito nel piazzale delle ferrovie.
L'ultima ed interessantissima area è dedicata alla speleologia. Infatti la Foresteria Monteponi ora è anche Centro della Diffusione della Cultura Speleologica. E' sede del CISSA e della Federazione Speleologica Sarda, nonché sede del Catasto Speleologico della Sardegna. Le foto esposte parlano da sole. La bellezza del mondo ipogeo con i suoi molteplici scenari fiabeschi è unica!
La visita alla Foresteria si conclude con un breve documentario d'introduzione alla speleologia prodotto dal CISSA.
Nel piazzale antistante la Foresteria, in occasione della manifestazione "Monumenti Aperti", abbiamo allestito alcuni gazebo per l'accoglienza ai visitatori. Inoltre, sempre presso i gazebo, abbiamo creato un angolo multimediale con alcuni visori 3D che simulano virtualmente alcune nostre esplorazioni speleologiche.
La squadra esterna CISSA, con l'ausilio di visori 3D fa vivere ai visitatori un'esperienza tridimensionale sulla discesa alla Voragine di Golgo nel comune di Baunei.
Sara assiste i ragazzi che con i visori 3D stanno vivendo virtualmente l'esperienza di discesa in grotta.
Anche Barbara assiste i tanti visitatori che vogliono sperimentare l'esperienza 3D.
Corredano il piazzale interessanti pannelli esplicativi sul Butto di Via Eleonora.
Betty illustra con tanta passione e minuziosità i vari pannelli del Butto di Via Eleonora.
Particolare del pannello esplicativo che evidenzia la stratigrafia.
Aurora illustra ogni dettaglio e risponde ad ogni curiosità sul sito archeologico di via Eleonora.
Una foto rappresentativa di alcuni soci del Centro Iglesiente Studi Speleo Archeologici (CISSA).