Voragine delle Felci

La voragine delle Felci si trova nel territorio comunale di Domusnovas, all'interno dell'area mineraria di Sa Duchessa. E' registrata nel Catasto Speleologico della Regione Sardegna con placchetta n. 1322 Sa/Su. L'ingresso è a pozzo con imboccatura longitudinale ampia circa 2,00 m. x 1,50. E' profonda 80m. circa ed ha uno sviluppo spaziale di 137m. circa.
Giunti in località Sa Duchessa intorno alle ore 9:00, parcheggiamo le auto in un'area di sosta attrezzata con alcuni tavoli in legno. Oggi la squadra CISSA è composta da undici compagni: Nicola, Francesco M., Barbara, Adriano, Vladimiro, Sara, Antonio, Matteo, Francesco B., Riccardo e Bibi.
Dopo aver indossato tuta ed imbrago, cominciamo l'avvicinamento percorrendo a ritroso 500 metri. Il sentiero transita accanto ad un saggio minerario ove all'interno è stato allestito un altare con una madonnina sempre illuminata, in ricordo dei minatori caduti sul lavoro nella valle delle miniere di Sa Duchessa. 
Nel silenzio del bosco i nostri passi sono illuminati dai raggi di sole che filtrano tra le fronde degli alberi. In sottofondo ci accompagna quel familiare scampanellio di attrezzi speleo che portiamo addosso. Poi volgiamo al Monte Nieddu e cominciamo a salire, arrampicandoci sempre più. Oltrepassato un costone roccioso, esploriamo una zona in pendenza, franosa e con scarsa vegetazione fino a trovare la grotta.
Dopo aver pulito l'area prospiciente l'accesso al pozzo da pietre e terriccio, Barbara e Francesco B. cominciano ad armare. Nel frattempo stabiliamo l'ordine di entrata di tutti i compagni. Dopo Barbara e Francesco B. entreranno Matteo e Bibi, seguiti da me (Francesco M.) e Nicola, Vladimiro e Antonio, Sara, Riccardo ed Adriano. Fissati gli anelli all'armo, ubicato qualche metro più in alto del pozzo, si dispongono due corde di calata parallele. Barbara comincia a calarsi e va ad armare il 1° frazionamento ove assicura la prima corda. Osservato attentamente da Riccardo, si cala anche Francesco B. che si appresta ad armare un altro frazionamento con la seconda corda. 
Mentre Barbara e Francesco proseguono ad armare, cominciamo a calarci anche noi. Superato il primo frazionamento, posto all'imboccatura del pozzo, oltrepassiamo anche una deviazione e ci allongiamo al secondo frazionamento dove troviamo qualche geotritone. 
Dopo aver superato altri due frazionamenti, raggiungiamo un pianerottolo (circa -60m.), dove ci viene incontro un curioso serpentello (Natrix natrix). 
Passato anche l'ultimo frazionamento (molto fangoso), giungiamo alla base del pozzo. L'ambiente è abbastanza vasto, col pavimento in gran parte sassoso e la volta è molto alta, tant'è che possiamo scorgere le luci frontali di alcuni compagni ancora in calata. Cominciamo l'esplorazione proprio da questo salone ove troviamo tanti geotritoni. In alcune pozze d'acqua, in parte fangose, rileviamo alcuni Stenasellus nuragicus. 
Poi, strisciando qualche metro, entriamo all'interno di un altro salone, con spazi più modesti e la volta sempre alta, ove troviamo vaschette colme d'acqua con alcuni iulius che pascolano intorno.
Sara ed Antonio controllano attentamente le pozze d'acqua alla ricerca di stenasellus e iulius
Il salone presenta un'ampia spaccatura sul pavimento ispezionabile con corda, ma non abbiamo sufficiente tempo. Restiamo, quindi, nel medesimo salone e risaliamo un cunicolo fangoso, con dislivello positivo di circa 3m., che conduce in un atrio. L'ambiente è concrezionato con stalattiti ricoperte da fango, alcune interessate da stillicidio. E' semichiuso da una grande colata che aggiriamo transitando obliquamente rasenti alla parete ed entriamo in un breve corridoio che riporta al salone principale.
Nella parete opposta ci incuriosisce un piccolo foro. Quindi entriamo, ma, nonostante riusciamo a metterci in piedi, l'ambiente è molto piccolo e non ha prosecuzione. Ricompattato il gruppo, cominciamo a salire per uscire dalla grotta. Io e Miro restiamo ultimi col compito di disarmare. Usciamo dalla grotta intorno alle 18:00.