Trekking Perda Niedda, Rio d' Oridda (marzo 2025)

Oggi è previsto un trekking che ci condurrà da Perda Niedda alle rive del Rio d' Oridda. Secondo le previsioni meteo ci attende il consueto clima dei primi giorni di primavera, con cielo parzialmente nuvoloso, precipitazioni pomeridiane e temperature intorno ai 12°. Alle 9:00 lasciamo Iglesias e ci dirigiamo verso Domusnovas. Imbocchiamo la SP 89 e, raggiunto il bivio per Sa Duchessa, proseguiamo a destra fino all'agriturismo Perda Niedda dove ci prepariamo per il trekking. Organizziamo gli zaini per far spazio principalmente alle cose essenziali, come il formaggio, il vino e le graticole per arrostire salsicce e pancetta. In totale siamo quattordici: Bibi, Valeria, Francesco M., Carlo, Barbara, Gaia, Claudia, Betty, Francesco B., Giulia, Nicola, Marco, Adriano e Matteo, allegramente accompagnati da due cagnolini: Aki e Billy. Cominciamo a camminare affrontando circa 700 metri di salita che ci conduce su una cengia panoramica.
Il sentiero, parzialmente protetto da staccionate in legno, prosegue su un falsopiano che ci porta dolcemente in quota. Il panorama è fantastico! Il nostro sguardo vaga alla ricerca di un varco tra le colline e spazia fino alle campagne villacidresi. Cupe nuvole celano i dettagli, ma ci pervade ugualmente quella piacevole sensazione d'esser liberi da ogni pensiero. 
Come di consueto, con le dita indichiamo le cime dei monti, tentando di identificarne i nomi. Durante la passeggiata, la svestizione è d'obbligo: qualcuno ora indossa solo una maglia termica, qualcun altro è a maniche corte.
Raggiunto il punto più alto (754 mslm), restiamo ancora in cresta per circa 300 metri e, prima che cominci la discesa, dopo circa 1,4 Km. percorsi da Perda Niedda, raggiungiamo un bivio nel quale voltiamo a sinistra (al ritorno, usciremo dal sentiero di destra). Proseguiamo il nostro cammino sotto un tunnel di rami intrecciati. I bordi del sentiero sono avvolti da muschio che si aggrappa ai tronchi degli alberi, o riposa su grandi massi. A volte un raggio di sole riesce a filtrare tra le nubi, conferendo a piccoli angoli di bosco un meraviglioso risalto visivo. 
Raggiunto un nuovo bivio proseguiamo a destra e, dopo circa 700 metri giungiamo alla "Casa de s' Avogau". Si tratta di una struttura ben tenuta, suddivisa in due edifici, completamente isolata e probabilmente alimentata da un gruppo elettrogeno. Il sentiero continua a scendere, inoltrandosi in un bosco sempre più fitto. Lungo il cammino osserviamo una delicata sorgente d'acqua che scorre ai piedi di un tabernacolo, ove veglia una madonnina. 
Poi, la discesa si fa più dolce e cominciamo a costeggiare un canale d'acqua (Canale Isteri), chiuso da felci ed arbusti spinosi. Pian piano il bosco comincia ad aprirsi, offrendo spazi sempre più illuminati. In un tratto pianeggiante restiamo affascinati da un filare di siepi costellate da fiorellini bianchissimi con rami spinosi. Si tratta del pruno selvatico, che somiglia tanto al biancospino. E' un fiore che, preannunciando la primavera, simbolicamente si lega alla forza dell'anima, al coraggio di superare ogni avversità.
Dopo circa 4,8 Km., raggiungiamo il Rio d' Oridda. Ci fermiamo per qualche istante in una radura, tappezzata da tante piantine di asfodelo (cadilloni), per decidere il posto dove sostare e mangiare. La scelta ricade su una pineta sita oltre il ruscello. Quindi, per un tratto, risaliamo la sponda alla ricerca di un varco da guadare e, raggiunta la sponda opposta, attraversiamo un campo ricoperto dalla tipica vegetazione mediterranea, con arbusti di cisto (mudregu, o mudeju), rosmarino (rosmarinu, o zipari) e timo (armida).
Poi ci muoviamo in ordine sparso alla ricerca del luogo ideale per arrostire che individuiamo in un luminoso pianoro circondato dai pini e protetto dal vento.
Dopo aver percorso 6,3 km dalla partenza e 3:20 ore di cammino, possiamo finalmente fermarci ed organizzarci per il pranzo. Ci mettiamo tutti all'opera per raccogliere la legna ed accendere il fuoco. Poi ci sediamo intorno al fuoco e subito si risveglia quell'innato spirito di convivialità, quasi fosse un rito ancestrale: chiacchieriamo e scherziamo pacificamente, sorseggiando un bicchier di vino e spizzicando salsiccia e formaggio in attesa dell'arrosto.
Il meteo, finora, è stato clemente, permettendoci di pranzare in tutta tranquillità. Ma, alle prime avvisaglie di cambiamento, decidiamo di rientrare, accompagnati, ad intervalli, da una leggera pioggerellina. Guadato il Rio d'Oridda, seguiamo il nuovo sentiero che si ricollega al primo bivio incrociato questa mattina, per poi riprendere lo stesso percorso panoramico, protetto da qualche staccionata in legno.
Mentre all'andata abbiamo percorso una lunga discesa, ora ci attende la salita. La fatica è alleviata da un'andatura non troppo sostenuta e distratta da piacevoli conversazioni.
Durante il percorso, facciamo una piccola deviazione per andare a visitare "Sa Barracca di Piero Lusci". Si tratta di alcune casupole, ben tenute, che a loro interno ospitano lunghi tavoli per grandi pranzi. Ripresa la via, proseguono altri momenti d'allegria.
Il trekking si conclude a Perda Niedda, intorno alle 17:30