Pressapoco cosa ?



R: È un pozzetto, con ingresso pressapoco strettino, forse 20 metri, con una sala terminale, che sarà mai?

F: Sicuro?

R: Così ricordo.

F: Allora Andiamo a vedere e nel caso rileviamo.


Questa volta quindi zaino semi vuoto, poche cose da portarsi dietro: uno spezzone di corda, qualche cordino e dei moschettoni, per sicurezza, non si sa mai.
Come racconta Roberto, la grotta è "pressapoco" a metà altezza sul lato della collina esposto a nord-ovest, nessuna strada per arrivarci, ne dal basso ne dall'alto.

Tre volontari iniziano la ricerca del piccolo ingresso prendendo come riferimento qualche "pressapoco" di troppo che gli obbligherà ad aprirsi un lungo percorso nel groviglio di rocce, cespugli e spine. 
Quando li raggiungo posso solo constatare che lo spacco tra le rocce è "pressapoco" stretto, scende in verticale per poi piegare di lato senza lasciar intravedere le dimensioni dell'ambiente oltre la curva.

F: Roby, ti ricordi com'è dopo quella piega?

R: Rimane stretto fino ad un pianerottolo, poi si allarga.

F: Ma si allarga molto o rimane stretto?

R: Boh, si allarga un po'.

F: Un po'..... un po' quanto?

R: Guarda, pressapoco...

F: Ahahahahhah, ok, lascia stare, pressapoco ci dovrei passare. Io faccio il rilievo, chi va per primo?


La scusa è buona per lasciare l'onore di scendere per primo ad un altro "volontario" che all'unanimità individuiamo nella persona di Tore. (eletto all'unanimità tranne lui stesso che si è astenuto dal voto). 

Se passa Tore, ci passiamo tutti.


F: Ajoo Tore, lo sappiamo che ci passi (?) prendi due moschettoni e vai.

T: Dite?

R: Ma siiiii, vai tranquillo, poi pressapoco si allarga.


Ma le nostre bugie hanno le gambe corte, così come quelle di Tore, infatti passano solo quelle! Il petto/pancia (Tore dirà che é solo il petto) è pressapoco più largo dello spacco e proprio non vuole saperne di passare la strettoia, così si ritrova appeso, incastrato col petto e le gambe a penzoloni.


F: Tore sgonfiati, devi buttare fuori l'aria!!!

Ahahahahahahah (tutti)

(Tore ci manda pressapoco a ca****!)

Ok, se riesci a risalire vado io, dovrei essere un pochino più stretto.


Primo tentativo:

Passano le gambe, passa il petto ma una gamba si incastra e non gira la curva.

Devo risalire e girarmi, nel mentre gli altri se la ridono.


Secondo tentativo:

Passano le gambe, passa il petto e con diverse manovre riesco a far girare la curva anche alle gambe.


F: In risalita sarà un bel rebus, aspettate eh, che non son molto sicuro. Roby, mi segui sotto?

R: Ok, quando sei sul fondo mettiti al sicuro e dai la libera.


Continuo la discesa ma la situazione poco cambia rispetto ai passaggi dell'ingresso. Dopo alcuni angusti metri raggiungo un pianerottolo in terra con un passaggio quasi tappato da terra oltre il quale dovrei scoprire il significato di "pressapoco più ampio".


La strettoia terrosa riduce il passaggio di aria fresca, di colpo fa caldo, bisogna stare molto attenti, valutare bene il significato del respiro affannoso: se è semplice fatica da progressione o se è fame d'ossigeno per mancanza d'aria.


Continuo a scendere seguendo una larga diaclasi quasi verticale che ha comunque le pareti distanti una quarantina di centimetri.....ecco, uno spacco "pressapoco" stretto.

Cavoli, dura eh!


La diaclasi si conclude su una bella sala dove sono presenti colate, stalattiti, colonne e ciuffetti di aragonite ma sopratutto: finalmente sto nuovamente in piedi.


Do la libera e in 30 minuti mi raggiunge Roberto. 
Verifichiamo insieme due punti sospetti ma non sembra possibile proseguire, l'esplorazione finisce qui, faremo le operazioni di rilievo durante la risalita. Un bel guaio rilevare tutti piegati e incastrati.

La salita si presenta pressapoco uguale alla discesa: passaggi stretti, tentativi che finiscono con incastri vari, manovre per passare le ossa, caldo, sudore....

Pressapoco son passate tre ore dall'ingresso in grotta.
Tre ore per 20 metri.