Una sorpresa inaspettata
Appuntamento alle 8.30 al CISSA.
Incredibile, ma qualche volta anche gli speleologi hanno bisogno 5 minuti in più tra le coperte calde.
Ritardo più, ritardo meno, per le 8.50 riusciamo a dirigerci verso la prima delle tre grotte previste per la giornata odierna. Difatti, al CISSA, da ormai un mese si progetta e si cerca di far ingranare un laboratorio di archeologia sperimentale.
Oggi, finalmente, riusciamo a fare la prima esplorazione alla ricerca di argilla utilizzabile per la realizzazione sperimentale di vasellame preistorico. La lista di ipogei da controllare è lunga e non potremo mai permetterci di controllare meno di tre aree a domenica.
Fortunatamente, al CISSA non sempre le cose vanno come programmato. Oggi è proprio una di quelle giornate in cui il fato ci ha riservato progetti alternativi. Incominciamo col dirvi che i fortunati protagonisti sono Francesco B., Betty, Aurora, Francesco M., Adriano, Roberto, Marco, Sara, Antonio e Tore. Questo diario è ancora povero di dettagli, che per ora non possiamo svelare, ma speriamo potervi raccontare successivamente.
Durante la perlustrazione troviamo una grotta. Giusto il tempo di entrare e cominciare a guardarci intorno che subito ci rendiamo conto che quel che rileviamo è molto più importante di un pugno di argilla.
Il CISSA, ancora una volta, si ritrova davanti ad un contesto archeologico parzialmente deturpato che, comunque, costituisce un importante tassello della nostra storia (come del resto ogni singola emergenza archeologica).
Si sa che la curiosità spesso domina l'animo umano, pertanto non possiamo render nota l'ubicazione della grotta per preservarla da eventuali curiosi visitatori che potrebbero involontariamente arrecare qualche danno. Speriamo invece che ogni reperto ed ogni granello di terra non siano turbati fino all’arrivo di mani esperte che possano raccontarci la storia di questa grotta. Qualunque minima modifica di un contesto archeologico, infatti, comporterebbe una significativa e perdita di informazioni. È proprio per questo che, appena fatta la scoperta, abbiamo realizzato qualche frettoloso scatto e ci siamo catapultati fuori per poter segnalare ai Carabinieri del comando di Iglesias e alla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio della Città metropolitana di Cagliari.
Vorremmo raccontarvi un’avventura, ma la realtà è che in un’ora e venti minuti il nostro dovere di cittadini è stato fatto senza alcun intoppo. In Italia, infatti, fare la propria parte nella tutela di un bene culturale è davvero facile e prende meno di due ore (e se non ci fossimo dovuti cambiare per evitare di imbrattare tutta la caserma di terra anche meno di un’ora).
La meraviglia è sicuramente la protagonista di questa giornata, ma la cosa che rimane è la consapevolezza che oggi un altro frammento della nostra storia è salvo e, di questo, siamo davvero grati per questo meraviglioso regalo che ci ha riservato il fato.
Il CISSA invita tutti coloro che dovessero trovarsi nella nostra stessa situazione a fare una semplice chiamata alla più vicina caserma dei carabinieri e di mandare una mail alla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di pertinenza (consigliamo una PEC o di chiedere ai Carabinieri stessi di segnalare per voi). Vi garantiamo che non vi è nulla di più emozionante di contribuire al salvataggio di un pezzetto di Storia.
Questa volta dovrete fare a meno di foto di sorta ma anche di “visualizzazioni”, speriamo ci perdonerete, lo facciamo anche per voi.