Blog di Francesco Manca - Pubblicato dal CISSA Aps Iglesias il 27/10/2019
Giovedì 24 Ottobre, presso la sede CISSA, si è tenuto il terzo incontro didattico previsto dal programma dello stage speleo. L'argomento della lezione concerneva la cartografia ed il rilievo speleologico. Il relatore e nostro socio Riccardo Mascia ha spiegato esaustivamente l'interessante materia avvalendosi di alcune slide e fornendo ai corsisti le carte topografiche IGM in scala 1:25000, per poterne descrivere le diverse simbologie grafiche raffiguranti la morfologia del territorio. Inoltre, ha fornito salienti elementi per la realizzazione di un rilievo, partendo dalla raccolta dati sul campo, con l'utilizzo di specifici strumenti (quali rotella metrica, bussola, eclimetro), fino alla stesura su carta della planimetria e della sezione longitudinale. Alla lezione ha presenziato anche Luciano Cuccu, prezioso socio CISSA, che ha realizzato i rilievi di numerose grotte della Sardegna.
Oggi, domenica 27 ottobre, col riallineamento all'ora solare, ci siam potuti permettere d' arrivare alle 8:30 in sede beneficiando di un'ora di riposo in più. All'escursione siam presenti in sedici: Andrea L., Antonella P., Betty P., Daniele L., Catia S., Elena S., Fabio C., Fabrizio P., Francesco B., Francesco M., Laura, Michela S., Riccardo M., Roberto B., Tore M. e Vladimiro I. La grotta che andremo a visitare è Pitz'e Crobis, ubicata nell'area di Corongiu de Mari (tra Gutturu Xeu e Cuccuru Tiria). Lasciamo le auto lungo la strada di Gutturu Xeu e, dopo aver indossato imbrago, attrezzi e casco, ci carichiamo di corde e tubolari e cominciamo il percorso d'avvicinamento lungo circa 1km. Nonostante le previsioni, la giornata si presenta soleggiata e con gradevole temperatura. Oltrepassata la recinzione metallica, seguiamo il sentiero di destra costeggiando la consueta "area arrustigate" utilizzata in svariate occasioni dal nostro gruppo.
Il sentiero prosegue in leggera salita e, dopo 980m., transita accanto al terreno del Sig. Grillo, recintato da una staccionata in rete metallica. Procediamo ancora qualche metro e, voltando a destra, varchiamo l'ingresso scorgendo oltre le siepi un piccolo fabbricato (visto i grossi tubi in polietilene che lo attraversano, probabilmente si tratta di un serbatoio d'acqua). Proseguiamo passando accanto a tale costruzione e, dopo un'altra manciata di metri, raggiungiamo la nostra meta. La grotta, registrata al catasto speleologico col n.0645 Sa/Ca, è stata rilevata dal CISSA nel 1977. Presenta un'ampia apertura a pozzo (circa 7m. x 4m.), chiusa in passato dal Comune di Iglesias con alcune grate (tutt'ora presenti sul lato alto), per preservarne l'accesso ai più curiosi e custodirla da accidentali cadute di animali, in quanto nel sottosuolo scorre un fiume, con annesso laghetto, che, collegandosi alla grotta Cuccuru Tiria, fornisce acqua alla città.
Precede l'ingresso un lungo gradone longitudinale rivolto su un piano largo circa 1m., ove sono fissati i montanti della grata, oltre il quale si affaccia il pozzo. Sulle rocce antistanti il gradone troviamo incassati diversi spit da 10mm. che purtroppo non possiamo sfruttare (ormai, tra gli speleo, si è standardizzato l'uso di quelli da 8mm.). Pertanto Francesco e Riccardo cominciano a riarmare predisponendo, oltre al corrimano iniziale, due distinte corde e fissando il primo frazionamento all'imboccatura del pozzo. Il primo salto, alto circa 5m., giunge su un piano con accentuata inclinazione negativa, lungo 3,50m., che termina su un passaggio largo circa 1,70m. dal quale si accede alla grotta dalla sommità della volta. I due compagni proseguono ad armare questo breve corridoio predisponendo il secondo frazionamento sulla parete frontale, circa 1m. oltre il calpestio, facendo in modo che la corda precipiti a piombo senza trovare ostacoli.
Inoltre, vengono agganciate due scalette che potranno esser d'ausilio durante il cambio attrezzi quando, allongiati all'armo, si sta esposti sul vuoto. Il salto, alto circa 12m., corre perpendicolare alla roccia consentendo, in qualche tratto della calata, di puntare i piedi in parete. Mentre Francesco si cala, atterrando al limite di un'insidiosa scarpata, Riccardo si stabilisce al secondo frazionamento (sul salto da 12m.), per attendere i primi corsisti che Betty e Roberto B. stanno assistendo al primo frazionamento (nel salto da 5m.). Ci caliamo anche io e Tore e raggiungiamo la sala ove Francesco che sta stendendo un corrimano, lungo circa 7m., dal punto di calata fino alla parete opposta. Poi, Tore e Francesco proseguono insieme a disporre il corrimano a protezione di un ripido corridoio che, costeggiando la parete sinistra, termina con un salto di 2,5m. che accede in una sala inferiore. Invece, io mi posiziono al termine del salto dei 12m. per far sicura ai ragazzi che dovranno calare.
Nel salone in cui staziono (lungo circa 50m.), si resta estasiati ammirando l'ampia volta costellata da imponenti stalattiti e concrezionata da svariate colonne. La prima a raggiungermi è Stefy P., seguita dagli altri corsisti ad intervalli medi di 15min.Dopo esseri allongiata al corrimano che protegge la scarpata, l'assisto durante il passaggio alla parete opposta, affidandola poi a Francesco che la guida lungo il corridoio fino al saltino, ove riceverà garantita sicura da Tore (seguiremo la medesima procedura anche per i prossimi compagni). Dopo aver fatto sicura ad alcune calate, Francesco mi fa dare il cambio da Roberto per consentirmi di andare a visitare la parte della grotta che ancora non conosco. Quindi raggiungo Tore dandogli, a mia volta, il cambio per far sicura all'ultima calata (di 2,50m.), così da consentirgli di accompagnare Stefy, Michela, Elena ed Andrea all'esplorazione della grotta fino al laghetto.
Per andare, a mia volta, a perlustrare la grotta attendo che si formi un nuovo gruppetto di amici che pian piano si sta calando. Tra l'arrivo di un compagno e l'altro ho il tempo di lasciar la posizione e visitare anche questa sala che volge verso sinistra. Il calpestio, ampio e pianeggiante, consente di camminare liberamente. La volta, alta qualche decina di metri, è arricchita da stalattiti e meravigliose colate a sfoglia ed a canna d'organo. La prima a raggiungermi è Catia, seguita da Laura e Fabio. Considerato che dovremo transitare in una strettoia, togliamo dall'imbrago maniglia, discensore e quant'altro possa esser d'ingombro (es. zainetto). Poi, iniziamo a percorrere a carponi un cunicolo che, restringendosi ulteriormente, induce a discendere un sifone posto verticalmente, alto circa 3m., nel quale ci adoperiamo in una semplice disarrampicata. All'uscita del cunicolo incrociamo Tore che col primo gruppo si accinge a rientrare. L'occasione è buona per scattar qualche foto.
Nel frattempo ci raggiungono anche Fabio e Vladimiro e, insieme a loro, cominciamo a discendere una ripida pietraia, lunga circa 18m., transitando accanto alla parete destra ove è più facile trovare appigli. Oltrepassate alcune grandi stalattiti, raggiungiamo finalmente il laghetto. La prima cosa che notiamo trasparire dal fondo è un tronco d'albero incastonato tra le pietre, mentre sull'acqua cristallina galleggiano foglie di calcare. Per qualche istante, seduti accanto alle sponde, contempliamo i riflessi di luce che assume il lago illuminato dalle nostre torce ed osserviamo le immagini speculari delle rocce che fan da cornice, per poi assaporare a luce spenta la singolare tranquillità che il luogo scaturisce. Ripresa la via del rientro, scaliamo la pietraia ed incrociamo Riccardo, Fabrizio e Daniele diretti al laghetto.
Nel riaffrontare il cunicolo siamo orientati a scegliere un passaggio frontale, ampio ed agevole, mentre la giusta via si trova ancor più in altro della nostra testa e, per raggiungerla, dobbiamo scalare nell'angusto spazio. Pian piano risaliam tutti, ritrovandoci in fila lungo il corridoio che precede il salto di 12m. Nel frattempo Betty, dall'esterno, ci informa che è iniziato a piovere. Dopo aver fatto risalire i nuovi compagni, usciamo io, Roberto e Tore. Chiude Riccardo che si è offerto per disarmare. Fuori dalla grotta non piove più, ma il terreno ormai è bagnato. Quindi, non potendo più arrostire a Gutturu Xeu, Riccardo ci propone di andar tutti nella sua casa di campagna, ove c'è un bell'angolo per arrostire e potremo mangiare al coperto seduti intorno ad un tavolo.
Si uniscono al gruppo anche Alessia, Valentina, Elena e Carlo. Finalmente si comincia ad arrostire e, col bicchier di vino in mano, si mangiucchia pane, salsiccia e formaggio. Al culmine del festoso banchetto non son mancate le scenette scherzose, come quella dell'ignaro sfidante (Vladimiro), che con un cucchiaio in bocca è convinto di pestar la testa all'avversario (Tore); oppure il classico show di utilizzare una busta di plastica per togliere il tappo caduto dentro una bottiglia, ideato da Tore (il prestigiaTore) e Carlo (il presentaTore). Dopo caffè, amazzacaffè e dolcetti vari, usciamo nel patio ove la simpatica Alessia ha improvvisato uno spettacolo con le bolle, generando entusiasmo in noi tutti e deliziando i bimbi del Mini CISSA.