Grotta S'Oghittu

Appuntamento domenica 20 novembre alle ore 8.00 in sede Cissa (Foresteria Monteponi).

...L'aria frizzantina carezza la pelle e profuma d'autunno... 

Arrivo in sede col pensiero di essere il primo, ma non è così perché Adriano, Carlotta e Sara mi hanno anticipato. Poi, arrivano Francesco M., Barbara, Tore, Mara e Federica. Prepariamo l'attrezzatura, controllando minuziosamente tutti gli attrezzi, con particolare attenzione all'imbrago, longe, discensore e croll. Poi, carichiamo tutto in macchina e partiamo in direzione della grotta S'Oghittu, presso il Tempio di Antas, a Fluminimaggiore. 

Tra una curva e l'altra arriviamo davanti al cancello del tempio, punto di incontro con i compagni. 
Ad attenderci ci sono Francesco B., Betty, Vladimiro, Michela.

Parcheggiate le auto, iniziamo il consueto rito della vestizione che con palpabile buon umore completiamo tra una battuta e l'altra. 

L'ingresso della grotta dista dal parcheggio appena qualche centinaio di metri. 

Lungo il tragitto il suono del discensore si affianca a quello del ruscello dove le foglie ormai ingiallite dei pioppi si adagiano sul terreno creando un manto dai tanti colori. 

Dopo alcuni tornanti saltiamo una rete e saliamo sulla collina alla nostra destra, seguendo un percorso ostico reso scivoloso dalle precedenti piogge e dalla bassa vegetazione. Davanti a noi un cancelletto logorato dal tempo, avvolto tra i lentischi e tappeti di muschio, indica l'ingresso della grotta.
Adriano e Vladimiro entrano per primi e preparano la nostra discesa armando le pareti. Quando entro nella grotta, mi assicuro con la longe e monto il discensore. Quindi, inizio la calata, ma dopo qualche metro poggio male il piede ed il mio ginocchio sbatte sulla parete seguito da una bella imprecazione.
Passo dopo passo si presentano alla nostra vista bellissime concrezioni, stalattiti, stalagmiti. Purtroppo la nefasta mano di qualche disgraziato le ha mutilate, apponendo anche la sua firma un po' ovunque, incurante della bellezza che la natura ha creato in migliaia di anni. Si intravede una piccola ombra sulla parete... è un piccolo geotritone. 
Ho appena il tempo di scattar una foto e svanisce via... Giunti in una saletta, prima di accingerci ad affrontare una discesa dalle prospettive alquanto strette, attendiamo anche gli altri compagni in modo da ricompattare il gruppo. Qui, grazie la minuziosa descrizione di Adriano, notiamo alcuni cedimenti ove si notano i diversi livelli di pavimentazione, inoltre troviamo in una pozza d'acqua alcuni Stenasellus.

Tante sono le raccomandazioni alla prudenza! 

Davanti a noi si presenta un cedimento simile a una botola. Occasione fugace per Barbara e Francesco M. che si calano posando per una foto. 

Puntando la torcia verso l'alto illumino una serie di cannule che creano giochi di luce. Procedendo entriamo in una fessura molto stretta. Alcuni l'affrontano a pancia in giù, altri a pancia in su. Io mi pongo a pancia in giù per la discesa e striscio circa sei metri adeguandomi alle strettoie. 
Quando arrivo al frazionamento sono messo malissimo in quanto mi trovo in uno spazio molto stretto. Nonostante la mia “piccola mole” riesco a girarmi e prima del salto, anche se è breve, mi allongio per scendere in sicurezza. 

Giunti nella saletta sottostante, mentre attendiamo l'arrivo degli altri compagni, riceviamo la visita di un pipistrello e, per rilassarci un pochino, osserviamo le evoluzioni della signora lumachina
Si riparte discensore alla mano verso la prossima sala che raggiungiamo dopo alcuni frazionamenti, fino a giungere in un sifone, ahimè, colmo d'acqua che non ci permette di proseguire. 
Prima della risalita abbiamo il tempo per un piccolo snack e recuperare un po' di energie. La salita in alcuni tratti è abbastanza agevole, mentre riscontro difficoltà nel passaggio stretto che citavo prima (dove mi sono dovuto girare completamente) che, per le forme assunte, sembra quasi un “intestino”. 
Affronto il cunicolo a pancia in su riuscendo a salire più facilmente. Usciamo fuori dalla grotta accolti da una leggera pioggerellina che sembrava quasi aspettarci. La giornata uggiosa non consente di allestire il consueto pranzo all'aperto.. Ciascuno di noi porta una pietanza, che viene condivisa con i compagni... Tra un bicchiere di vino e belle battute la giornata finisce in armoniosa compagnia.