Bacu Padente: le 7 calate (giugno 2024)
Bacu Padente, come s'intende dal toponimo, può tradursi valle nel bosco. Non si tratta, però, di una semplice vallata, ma di una gola profonda che termina quasi precipitando sul mare. E' ubicata tra ripide falesie che concedono agli escursionisti esperti il privilegio di attrezzare sette magnifiche calate. Ci troviamo in un'area del Selvaggio Blu identificata come Costa del Bue Marino, ubicata quasi al centro del litorale ogliastrino (come si evince dalla foto scattata al cartellone presente sul posto). Scendendo verso sud troviamo diverse località tra cui, solo per citare alcune delle più note, Cala Mudaloru, Cala Mariolu, Cala Goloritzè, Porto Cuau e, ancora più giù, Pedra Longa e Santa Maria Navarrese. Mentre salendo verso nord troviamo le Piscine di Venere, Cala Biriala, Cala Sisine, Cala Luna, Cala Fuili e Cala Gonone.
La partenza da Iglesias è fissata alle 5:45 vicino casa di Adriano Ur. Il meteo prevede cielo nuvoloso e temperature in calo. Ci sarà, quindi, un clima non afoso che permetterà di affrontare sentieri e calate senza la classica calura stagionale. Di contro, potremo non gustare appieno lo spettacolo delle caratteristiche guglie, dorate dal sole, che contrastano l'azzurro del mare. Giungiamo dopo circa tre ore di viaggio al bivio per Pedra Longa e, sotto una pioggerellina, incontriamo Barbara, Mara e Raffaele. Proseguiamo per Baunei e risaliamo sull'altopiano di Golgo ove percorriamo la Bia Majore fino all'area attrezzata "Ololbissi Trekking Service" che dispone di piazzole di sosta, un bar con tavoli e sedie, acqua e servizi igienici.
Alle 9:50 cominciamo il trekking di avvicinamento. In tutto siamo undici: Adriano Ur., Barbara, Mara, Claudia, Marco, Bibi, Matteo, Raffaele, Alberto, Nicola e Francesco M. Lasciato il parcheggio, dopo una sessantina di metri raggiungiamo il bivio "Cala Sisine/Cala Biriala".
Proseguiamo a destra verso Cala Biriala, ma dopo pochi metri ci accorgiamo che all'appello mancano Adriano e Raffaele. Da consapevoli escursionisti, in virtù d'avventure trascorse, attendiamo l'arrivo dei compagni per ricompattare la squadra e proseguire col giusto spirito di gruppo.
Dopo circa duecento metri intercettiamo un sentiero sbarrato da un lungo tronco d'albero. Barbara, con ironico garbo cavalleresco, solleva con forza il tronco invitandoci a transitare.
Adriano decide di restare nelle retrovie, lasciando la guida del gruppo ad Alberto che conosce molto bene la via. Comunque resta costantemente vigile, supervisionando ogni cosa e tenendosi in contatto con frequenti messaggi radio.
Man mano che procediamo verso la costa il sentiero muta da terriccio rossastro a candida pietraia, fino a scompligliare ogni traccia e trasformarsi in quel caratteristico scenario di campi solcati che, con le loro lame calcaree, tentano di fendere i nostri scarponi ed intimorire la nostra dinamicità. Con ebrezza adrenalinica procediamo veloci come acrobati e leggeri come piume, lasciando fuori ogni pensiero e focalizzandoci unicamente sul momento presente.
Nonostante abbiam preventivato otto ore d'escursione, non siam qui per fare corse e neppure prove di destrezza, ma per il piacere di vivere una bella esperienza, compresi attimi per scambiare un sorriso con gli amici, istanti per contemplare il panorama e giusti momenti di riflessione.
Ad un certo punto, parlando di calate e vie ferrate, salta fuori un discorso su Plumare e le diverse soluzioni per arrivarci. Ed ecco Adriano mostrarci una lontanissima franata giallo-rossastra nei pressi della quale si trova l' indiscussa meta.
Sovente transitiamo ai limiti del bastione roccioso. Ciò permette di spaziare lo sguardo sul mare ...ed ancor più lontano, ove i colori si fondono col cielo...
...oppure, osservare alcune calette che sembrano spuntar fuori dal bosco, inaccessibili da raggiungere via terra...
...ed ancora, meravigliarci per le svariate sculture artistiche create dal giocoso intreccio dei rami di ginepro... perchè la natura non finirà mai di stupirci!
Mentre ci dirigiamo alla, ormai prossima, prima calata lasciamo alle spalle i campi solcati e procediamo tra i sentieri della boscaglia che includono qualche arrampicata e dissarrampicata su roccia. In successione, le foto di Claudia, Barbara, Mara, Bibi e, non ultima, quella del gruppo che coopera costantemente in ogni frangente.
Giunti al primo salto, alto circa 32 metri, Alberto e Barbara cominciano ad armare, predisponendo la corda per la calata in doppia. Poi, si preparano ad assistere i compagni controllando attentamente attrezzi e procedure.
L'altezza è notevole! Si apre un panorama spettacolare, con le guglie rocciose che svettano su un mare dai colori meravigliosi.
Segue qualche foto di Mara che si prepara alla calata.
Mentre attendiamo il nostro turno, pregustiamo l'ebbrezza dell'imminente prestazione che racchiude in sé preparazione tecnica ed analisi emotiva, entrambe amalgamate in un personalissimo e indissolubile connubio.
In foto: Barbara, Bibi e Matteo.
Segue qualche foto di Nicola.
L'euforia del primo salto è notevole! Mentre ci caliamo par quasi di volare. I nostri sensi assaporano ogni emozione e ci sentiamo carichi di quel soffio di vitalità che per interminabili attimi ci rende liberi da ogni pensiero. Difficilmente riusciremo a tradurre in parole comprensibili ciò che la mente razionale non può concepire. Segue qualche foto di Claudia ed Adriano.
Per arrivare alla 2° calata, alta circa 25 metri, zigzaghiamo su una breve pietraia fino ad individuare l'armo su un solido albero. Le calate sono fluide ed i tempi d'attesa non sono poi così lunghi. In questi frangenti il silenzio non è mai vuoto. Osservare il volto di ciascun compagno è come ascoltare la medesima sinfonia eseguita con strumenti e ritmi differenti. Ognuno è meravigliosamente unico, ma tutti insieme siamo un solo gruppo. L'energia che scaturisce da questa unione è chiaramente tangibile!
Matteo, dopo aver armato, è il primo a calarsi. Dopo pochi metri discesi in appoggio, è presente un ampio scavernamento che impone il proseguo della discesa sul vuoto. Si atterra su piano inclinato, accanto ad alcuni arbusti.
La discesa è spettacolare
Segue qualche foto di Bibi e Marco.
Giungiamo al 3° salto, alto 30 metri circa, seguendo un breve cengia che termina alla base di due caratteristiche guglie. Anche qui l'armo è disposto su un albero. La calata segue una breve discenderia che termina con uno scavernamento. Il salto prosegue sul vuoto e la corda passa poco distante dalle ampie aperture della grotta Bacu S'Oggiastru.
Segue qualche foto di Claudia nella 3° calata, ove si nota anche la grande apertura superiore della grotta.
La Grotta Panoramica Bacu S'Oggiastru, accatastata col n. 0529 SA/OG, presenta aperture su due distinti versati. Pertanto è una grotta passante, nel senso che attraversandola consente di uscire dalla parte opposta. Nel lato ove ci troviamo ci sono due ampie aperture, di cui la superiore, che somiglia al rosone di una chiesa, è costituita da un ampio foro circolare. Si accede dall'ingresso inferiore.
Varcato l'ingresso si sale su alcune rocce che volgono frontalmente ad un pozzo. Per rendere il passaggio più sicuro é stata disposta una corda, intervallata da nodi, che aiuta a scendere qualche metro sul lato sinistro, fino a raggiungere un piano sicuro
Per accedere all'ambiente successivo si transita a carponi sotto una breccia rocciosa.
Nella nuova sala, ove si può stare in piedi, catturano l'attenzione una serie di stalagmiti di media altezza poste l'una accanto all'altra.
Proseguendo, troviamo disposta un'altra corda, sempre intervallata da nodi, che conduce ad un piano inferiore.
Qui è presente un'altra fenditura rocciosa, più bassa della precedente, che consente di accedere in un ampio ambiente che prelude la spettacolare uscita della grotta. In foto: Mara e Bibi.
Affascinati da incantevoli scorci, memorizziamo ogni fotogramma in un indelebile ricordo.
La 4° calata è situata sul lato destro del terrazzo, tra un albero ed il costone roccioso. Adriano convoglia la corda sugli anelli dell'armo e costruisce due nodi galera che consentono di fare la calata, affrontabile sempre in appoggio, direttamente in coppia su corda singola. Collauda il tutto Marco che scende per primo su corda doppia, scrupolosamente osservato da Raffaele ed Adriano.
Continuiamo a calarci su corda singola ed atterriamo in un'area alberata.
Proseguiamo su una cengia che costeggia un costone roccioso sul quale spicca un grande foro nella roccia.
La cengia termina con il 5° salto, alto circa 10 metri. La calata si effettua tra qualche ginepro, su un sentiero con pietrisco. Gli ultimi metri si affrontano con i piedi puntati sulla parete rocciosa.
Atterriamo in una cengia ove, volgendo a destra seguiamo un sentiero, con calata finale, che porta verso la Grotta del Fico; mentre proseguendo a sinistra attraversiamo un ampio foro sulla roccia che si affaccia al 6° salto, alto circa 6 metri.
Alla 6° calata troviamo due armi distinti. Il primo è fatto con un cordino assicurato ad un tronco di ginepro; mentre il secondo, creato più recentemente, prevede due anelli fissati alla parete rocciosa. Decidiamo di utilizzare entrambe le soluzioni. Quindi, alcune persone si caleranno sfruttando il primo armo ed altre il secondo (in foto: Nicola e Matteo).
Con la settima ed ultima calata raggiungeremo il mare. Le corde scenderanno vicino alla Grotta N.1 della Costa del Bue Marino, presente nel Catasto Speleologico Regionale col n. 1262 SA/OG. La grotta presenta più di un ingresso su entrambi lati del costone roccioso. Quindi, si presentano due scelte: una calata da 30 metri direttamente sul vuoto che arriva fino agli scogli, oppure un'altra da 25 metri che termina in un ingresso della grotta sito qualche metro d'altezza dal mare. Optando per la seconda scelta si dovrà attraversare internamente la grotta per raggiungere l'uscita che porta agli scogli. Alberto ed Adriano scelgono di fare il salto di 25 metri e concludere la calata in grotta. In foto: Alberto allongiato al corrimano che porta all'armo della calata da 25m.
In foto: una degli accessi dal mare della grotta.
Lasciati i due amici, ci dirigiamo verso la nostra spettacolare calata da 30 metri. Barbara avrà il privilegio e la responsabilità d'armare. Inoltre dovrà controllare ogni compagno che si accingerà al salto.
L'armo si trova vicino ad un ginepro, ubicato in una posizione alquanto esposta.
Le persone che transitando sui gommoni e sulle barche ci salutano e spesso sostano per assistere alle nostre imprese.
Carica d'energia e positività, Barbara fa preparare i compagni guidandoli verso l'armo e solo quando è sicura che tutte le operazioni sono state correttamente eseguite concede la libera per il salto.
(In foto Matteo)
(In foto Raffaele)
Nel frattempo, Adriano ed Alberto si son già calati ed hanno raggiunto gli scogli dove atterreremo, pertanto si prestano a far sicura. (In foto la calata di Nicola).
Barbara, che in un recente passato ha già fatto questa calata, probabilmente avrebbe preferito aggregarsi ad Alberto ed Adriano per saggiare il nuovo salto. Ma si sente consciamente in dovere di seguire responsabilmente il gruppo, armare e supervisionare la calata di ogni compagno.
In virtù dell'impegno profuso in tante escursioni nelle quali, sotto la meticolosa guida di Adriano Ur., ha acquisito sempre più esperienza, incluse le uscite torrentistiche ove ha potuto esercitarsi nelle tecniche d'armo, son più che propenso nel riporre fiducia a Barbara, così come abbiam tutti tacitamente pensato, riscontrando, tra l'altro, che riesce ad entrare con empatia nell'animo di ogni compagno, sostenendolo, in particolare, nel momento in cui sgancia l'ultima longe e comincia la calata. (In foto la calata di Marco).
Segue la calata di Claudia.
Segue la calata di Mara
Segue la calata di Bibi
Quassù gli ultimi rimasti siamo io e Barbara. Abbiamo giusto il tempo per scambiarci le ultime battute e fotografare il panorama, poi comincio la mia calata lasciando Barbara a disarmare. In foto: un scorcio delle Piscine di Venere.
Segue la calata di Francesco
Segue la calata di Barbara
Dopo una breve visita alla Grotta N.1 della Costa del Bue Marino, prendiamo la via che costeggia un tratto il mare e poi risale il bosco. Concludiamo l'escursione al parcheggio di Ololbissi alle 18:20.