Rilievo Grotta del Guano




Oggi è in programma il rilievo di una nuova grotta. L’appuntamento con gli amici del C.I.S.S.A. è fissato alle 8:30 ad Iglesias. Pronto per la nuova esperienza, mi ritrovo nel piazzale con un bel gruppo di persone, tra cui Francesco, Elisabetta, Guido, Vittorio, Margherita, Cristina, Carlo, Annalisa, Riccardo, Adriano Urracci, Adriano Usai, Tore ed infine Benedetta, una new entry che arriva da Pula. L’avvicinamento alla grotta non è proprio una passeggiata in quanto per circa 30min. risaliamo un pendio senza alcun sentiero delineato, transitando tra cespugli spinosi ed arrampicandoci sulle rocce. Tutto è molto avvincente e rientra nel giusto spirito d’esplorazione. L’ubicazione della grotta risulta parzialmente mimetizzata dalla vegetazione. L’ingresso si trova su un terrazzino di circa 1mq. posto su un dislivello tra alcune rocce ed un albero. Si accede da un’apertura in parete ampia circa 1,80h.x2,5l.x1,2p. Dopo aver predisposto le corde per la discesa, ci caliamo lungo una scarpata con una pendenza di 60° per circa 4m., fino a raggiungere un punto in cui abbiamo creato un frazionamento, oltre il quale si affronta un salto di 18m.

Nei primi 3-4m. scendiamo su una verticale adiacente la parete che ci consente di trovare qualche appiglio con i piedi, mentre i restanti 15m. li completiamo nel vuoto. Dall’alto del soffitto raggiungiamo il suolo al centro di un ampio salone, esattamente sopra un cumulo di guano solidificato. Alcuni ragazzi, tra cui Elisabetta, Francesco, Vittorio e Guido, equipaggiati con la giusta strumentazione procedono con le operazioni di rilievo, ricavando misure da diverse angolazioni ed annotandole meticolosamente su un blocco appunti. Il salone principale della grotta risulta disposto longitudinalmente su un piano inclinato. Poco più in alto dal punto di calata è presente una franata fangosa di circa 3m. Per facilitarne l’arrampicata e prevenire probabili scivolamenti, viene disposta una corda che utilizziamo come sostegno per raggiungere il livello superiore. Da questo punto il salone prosegue su un terrapieno con calpestio parzialmente melmoso. Su un lato è presente una lunga fenditura tra alte pareti che apparentemente sembra terminare solo qualche metro oltre.

Guido, forte della sua esperienza, conferma l’esistenza di un pozzo proprio al termine dello stretto passaggio e chiede una corda per poterlo esplorare. Riccardo si offre volontario risalendo in superficie fino all’ingresso della grotta per recuperare la corda poi, dopo aver armato il pozzo, inizia a calarsi insieme a Guido, Adriano Urracci e Tore, seguito poco più tardi da Adriano Usai, Margherita, me e Betty. L’apertura del pozzo è circa 80cm. di diametro ed è profondo circa 8m. Al termine del pozzo è presente un’ ambiente completamente umido, ampio circa 4m.x2m, che termina affusolandosi fino alla base. Ritornando al salone principale, proseguiamo verso la parete frontale constatando un leggero restringimento laterale. La grotta prosegue offrendo sul lato sinistro un nuovo ambiente dove rileviamo in particolare una bella stalagmite, seguita da un’imponente colonna centrale ed una cascata circolare di stalattiti. Anche qui la volta è molto alta ed il calpestio, particolarmente melmoso, è costituito sostanzialmente da guano. Proseguendo oltre transitiamo facilmente sotto alcune rocce concave trovando un altro ambiente che, proseguendo, volge ancora verso sinistra.

Per accedere a questa sala si deve scendere un alto e scivoloso gradone. Nel pavimento è presente un cospicuo cumulo di guano semiliquido. La temperatura dell’aria è abbastanza alta, probabilmente per la fermentazione del guano. La sala è ampia circa 6m. di lunghezza per 3m. di larghezza ed il soffitto si abbassa gradualmente presentando una rastrelliera di stallatiti che al termine della sala diventano sempre più corte fino a toccare il suolo. Ritornando al punto di calata principale (ossia, quello in cui abbiamo raggiunto il suolo all’interno della grotta), il salone volge per circa 12m. su una scarpata di massi al termine della quale sulla destra si prosegue lungo una grande galleria. Probabilmente tale ambiente risultava sommerso, in quanto lungo le pareti, a circa 1,80m. dal suolo, è evidente una marcata linea orizzontale che segnala il livello raggiunto dall’acqua. Al termine della galleria si risale un dislivello di circa 2m., che conduce ad un nuovo ambiente. In questa sala, ampia circa 5m.x2m., la volta è completamente levigata con forme arrotondate, segno che la forza centrifuga dell'acqua ha ripulito completamente le pareti allisciando la roccia fino a modellarla con forme tondeggianti.

Gradualmente la volta, alta circa 2m., si abbassa fino a raggiungere la parete opposta con un’altezza di circa 50cm. Son presenti diverse stalattiti, alcune delle quali si congiungono al suolo con intercapedini che, seppur a carponi, possiamo oltrepassare. Al termine della galleria rileviamo una bella aragonite. La grotta prosegue sul lato sinistro, ma il passaggio è troppo stretto per poter procedere oltre e l’aria risulta particolarmente rarefatta. Mentre rientriamo verso la sala principale, vicino all’uscita della galleria, a livello del suolo notiamo una spaccatura. Per rilevarne le misure ci introduciamo io e Vittorio, percorrendone qualche metro su un corridoio alto mediamente 80cm.; mentre ai lati la distanza tra il pavimento ed il tetto si restringe fino a congiungersi, segno che questo scoscendimento, prevalentemente argilloso, si è creato da un parziale cedimento del pavimento sovrastante.

Infatti, confrontando la planimetria del tratto superiore riscontriamo che coincide quasi con le misure rilevate nella spaccatura. Dopo aver registrato i rilievi possiamo rilassarci un poco con alcuni simpatici scatti fotografici di Francesco. Pian piano, armati di maniglia e staffa, iniziamo a risalire in coppia verso l’uscita. L’ultimo è Francesco che provvede anche a disarmare il pozzo e recuperare le corde. Fuori dalla grotta l’oscurità è quasi calata completamente. Pertanto, dopo esserci riscaldati vicino ad un improvvisato fuoco di bivacco, riprendiamo la via del rientro illuminando il sentiero con la luce delle torce frontali.