Ferrata Gutturu Xeu


Dopo quasi due settimane di sofferta astinenza dalle attività del gruppo, nonostante tosse e naso tappato continuino a tormentarmi, partecipo all'uscita settimanale del CISSA nella convinzione che un poco di aria fresca possa farmi bene (almeno allo spirito).

A quanto pare però la sfortuna e gli impegni colpiscono anche buona parte dei miei compagni cosicché nel registro presenze siamo solamente in cinque: io, Adriano, Michela, Mara e Vladimiro.

Così, un poco per non diventare il bersaglio di macumbe, cugurrate, maledizioni e imprecazioni varie da parte dei compagni rimasti a casa (cosa che sarebbe sicuramente accaduta se fossimo andati in qualche bella grotta), un poco perché "è da fare", decidiamo di dedicarci alla manutenzione dei percorsi di Gutturu Xeu. 

Già da tempo infatti volevamo rinnovare le soste delle calate sul percorso della torre ma i vari impegni ci avevano sempre fatto rimandare l'intervento nonostante il materiale fosse già nel nostro magazzino.

Solito appuntamento in sede alle 8 del mattino per preparare l'attrezzatura ma questa volta, quando arriva il momento di chiudere i sacchi, ci accorgiamo che manca una batteria del tassellatore. 

Adriano, che le aveva messe in carica la sera prima a casa sua, è sicuro di averle riportate in sede e quindi non si dà pace. Continua a frugare ogni ripiano degli scaffali, ogni zaino, ma niente da fare: la batteria è rimasta a casa!!

L'imprevisto (che in verità ci farà perdere meno di dieci minuti), finalmente, ci da la possibilità di infierire tutto il giorno sul povero Adriano sempre preciso e puntuale.

Alla fine si parte anche se con previsioni meteo piuttosto incerte. 

Ogni sito infatti da previsioni diverse così, nel dubbio, ci affidiamo al portale metro più ottimista mettendo comunque in conto la possibilità di rientrare a casa anticipatamente...bagnati.

L'avvicinamento con gli zaini pieni di materiale è faticoso e gli scarponi, bagnati e infangati, fanno poca presa sulla roccia. In compenso le creste di Tintillonis ci proteggono dai venti di maestrale regalandoci una piacevole temperatura che ci induce a riporre i giubbotti pesanti negli zaini.

Quando arriviamo alla base della torre, mentre ci prepariamo ad affrontare l'ultima salita, squilla in telefono. È Betty che da casa ci avvisa: perturbazione in arrivo da nord ovest! In città già piove, tra pochi minuti vi coglie l'acqua dalle vostre spalle!

Questa non ci voleva! Acceleriamo il passo e raggiungiamo il riparo sotto roccia sul lato nord della torre giusto in tempo prima dell'acquazzone. Senza la "soffiata" di Betty la pioggia ci avrebbe sorpreso in parete, senza possibilità di riparo, ora invece ammiriamo la gola spazzata da vento e acqua da un comodo, asciutto, panoramico e romantico grottone profumato dagli innumerevoli semi di oliva nera che ricoprono il pavimento (nella versione ufficiale trattasi di abbondante cacca di capra).

Tutto sommato la situazione non ci scoraggia, inganniamo il tempo con discorsi senza senso, canzoni di Orietta Berti e battute sulla sessualità di Vladimiro....ogni tanto ricordiamo ad Adriano la batteria lasciata a casa (così, giusto per infierire sulla ferita ancora aperta).

Intanto smette di piovere e ricompare il sole, ergo: si continuare a salire.

Superiamo l'ultimo tratto attrezzato e finalmente ci troviamo sulla torre ad ammirare il bel paesaggio e una lunga fila di puntini colorati che dal parcheggio delle auto procede nella nostra direzione.

Si, si tratta probabilmente di un'altra compagnia di escursionisti che sale per i percorsi. Li teniamo d'occhio nella speranza che siano diretti al percorso di destra (sinistra orografica) perché da lì a poco le due soste delle doppie della torre saranno fuori uso.

Ci mettiamo subito al lavoro, non possiamo perdere altro tempo: sulla torre batte il vento che ora ci ghiaccia il sudore addosso.

Quando Wario e Michela manifestano i primi segni di congelamento possiamo iniziare la discesa. 

Qui Adriano sfodera il suo gingillo (no, non quello che avete pensato!): Un "alpine up" nuovo di pacca! Dopo un doveroso pippotto su pregi e difetti del suo nuovo giocattolino, per accelerare i tempi, gli ricordiamo che si è dimenticato a casa la batteria del tassellatore e così inizia a calarsi senza indugi. In realtà siamo tutti invidiosi del suo gingillo ma non vogliamo dargli soddisfazione e lo seguiamo con un buon vecchio, misero, umile reverso (Sic.).

Alla base del primo salto ci riordiniamo, rifacciamo le corde e ci dirigiamo spediti alla sosta della seconda calata.

Mentre osserviamo l'altro gruppo, che per fortuna si è diretto sul percorso di destra, notiamo scendere dal canale un cagnolino che accompagna altri due puntini colorati. 

Riconosciamo il cane, è Teti (che salutiamo dall'alto) e facciamo finta di essere felici per la presenza di Carlo e Valeria che ci danno appuntamento al "campo base" (Sic).

Intanto anche la seconda sosta è sistemata e possiamo finalmente riprendere il sentiero che ci conduce al campo base.

Con sorpresa scopriamo che babbo natale esiste e si è manifestato a noi sotto forma di Federico che ci fa trovare il fuoco già acceso.

Nel mentre Teti (il cagnolino) ci raggiunge come promesso portandosi dietro Carlo e Valeria.

Nel mentre che la simpatica compagnia inizia a sfoderare prelibatezze e stappare qualche succo (d'uva) io corro a casa per prendere Betty (l'informatore meteo) e il nostro quadrupede canino Aki. 

La compagnia si ricompatta davanti al fuoco e, dopo aver ricordato ad Adriano la batteria dimenticata a casa, inizia un meritato spuntino speleo attorno al caldo fuoco offerto da Babbo Natale (travestito da Federico).

Queste righe riportano fedelmente quanto ricordo della giornata dopo la cena. Di sicuro c'è solo che la batteria mancava veramente. 

PS. Nella discesa abbiamo raccolto qualche rifiuto (spero) dimenticato da altri frequentatori.

Ricordiamo sempre che siamo ospiti e che l'unica traccia del nostro passaggio dovrebbero essere solo le orme dei nostri scarponi.

Qualunque manomissione, integrazione o "abbellimento" dei percorsi non è tollerato: toglieremo sempre tutto ripristinando i percorsi così come erano in origine.

Rammentiamo inoltre che i percorsi vanno affrontati con casco, casco (casco), dissipatore (non longe speleo), imbrago da arrampicata/alpinismo (no imbraghi speleo), guanti, eventuale longe di riposo, che sui cavi non ci sia appende (sui cavi non ci si appende....neanche per fare le foto tutti insieme), non si mettono i piedi sui fittoni su cui son fissati i cavi etc.etc.