Grotta Genna Arenas (stage speleo 2022)


Appuntamento alle 8 nella sede del CISSA, per caricare le macchine con tutte le attrezzature necessarie e partire alla volta di Buggerru ad affrontare la terza avventura del corso di Speleologia 2022. La destinazione è la grotta di Genna Arenas, all’interno dell’omonima area mineraria dismessa situata alle spalle di Buggerru, sul Monte Regio. 
Arrivati sul posto, iniziano i rituali di vestizione con cura e attenzione ma nel solito clima allegro e disteso che ha contraddistinto tutte le escursioni fatte finora. Nella settimana precedente, i “novizi” sono stati preparati a dovere dagli esperti del gruppo ad affrontare ciò che li aspetta in questo step di formazione sul campo; ciononostante si avverte nell’aria un leggero alone di “ansia da prestazione” dovuto all’impegno fisico che richiederà la risalita di 35 metri. Ma non è ancora arrivato il momento di pensarci. La temperatura inizia a salire verso i 35° gradi promessi dal meteo; meglio avviarsi verso l’ingresso e godersi il sentiero ghiaioso che, costeggiando il monte, porta all’imbocco della galleria in un paesaggio che fa risaltare agli occhi i decenni di lavori minerari che hanno caratterizzato (e deturpato) questa zona, senza però rubarle il suo naturale fascino. 
L’ingresso, che risulta nascosto e in parte chiuso, inghiottisce rapidamente uno per volta gli escursionisti, che in un’ordinata fila indiana percorrono il primo ramo di galleria fino ad un ampio spiazzo che si affaccia sul panorama mozzafiato del golfo di Buggerru. 
Prima la foto di rito, dopodiché entrano in un’altra galleria, che percorrono per qualche decina di metri con le lampade frontali accese, fino al tanto temuto fornello verticale di 35 metri, croce e delizia degli impavidi corsisti, che si infilza come un ago nelle viscere della miniera fino al suo livello inferiore.
Gli esperti iniziano ad organizzare e predisporre con meticolosa attenzione gli armi per la calata, davanti agli occhi incuriositi dei corsisti che affronteranno l’argomento nell’ultima lezione del corso.
Tutto è pronto in poco tempo, non resta che sperimentare le nozioni acquisite in palestra sull’utilizzo del discensore. L’impatto con la vista del lungo cunicolo verticale mette addosso un adrenalinico brivido di tensione, ma la discesa sarà per tutti fluida ed emozionante. 
Al piano inferiore viene percorsa la galleria parallela a quella d’ingresso che conduce, attraverso un percorso un po’ dissestato e scivoloso, fino ad una salita segnata dai minatori con dei gradini ricavati nella terra, dove più di un secolo fa il lavoro dell’uomo ha intersecato il lavoro ben più antico della natura, regalando per la prima volta la meraviglia ad occhi umani. 
Meraviglia e stupore regalata anche ai nuovi ospiti per la varietà di concrezioni diversissime tra loro, frutto del lavoro costante dell’acqua, che con il magico potere di crearsi percorsi e farsi strada in tutte le direzioni genera delle sculture naturali che lasciano senza parole. 
Grazie alle sapienti spiegazioni e agli affascinanti racconti di Tore e Adriano, comincia un viaggio nel tempo e nelle ere geologiche man mano che si dispiegano i rami e si aprono le ampie sale di questa bellissima grotta. 
Le varie soste permettono di osservare svariati dettagli e di scattare qualche foto, ma anche di constatare, purtroppo, quanto spesso la mano dell’uomo sia repentina nel deturpare irrispettosamente ciò che la natura ha creato in millenni. 
Al rientro non manca la curiosità di visitare l’area mineraria che si estende sul lato opposto rispetto alla grotta, in cui si percepiscono il dolore e la fatica dei nostri avi minatori, che hanno perso la vita scavando quei cunicoli. 
È giunto il momento di affrontare la fatidica risalita e, nello stesso ordine di discesa, ci si appresta a seguire pedissequamente i suggerimenti che i saggi esperti dispensano per non soccombere e portare a termine l’impresa. 
La lenta avanzata verticale darà a tutti il modo e il tempo di ripercorrere con la mente l’immersione sotterranea per imprimerla nella memoria. Le risalite durano in media un quarto d’ora ciascuna e, tra sorrisi, chiacchiere e battute, si assiste chi si occupa del disarmo per poi fare rientro verso le macchine e dirigersi verso la successiva e altrettanto agognata meta della giornata: l’area pic-nic di Fluminimaggiore!