Blog di Francesco Manca - Pubblicato dal CISSA Aps Iglesias il 02/03/2020
Giovedì scorso, presso la Foresteria Monteponi, si è svolta la prima di cinque serate che la nostra associazione CISSA, col patrocino del Comune di Iglesias, la Federazione Speleologica Sarda e l'AICS, ha programmato nella propria sede per la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico e naturalistico del Comune di Iglesias. Tali appuntamenti ricadono nelle finalità culturali, divulgative e di ricerca perseguite abitualmente dalla nostra associazione. Il tema della conferenza, dal titolo "Iglesias Outdoor", era focalizzato sulla Gola di Gutturu Xeu. Il relatore Francesco Ballocco (presidente CISSA), ha ripercorso vent'anni d'attività che l'associazione ha svolto nel sito esponendo, con l'ausilio di preziose foto, la storia di questa valle mimetizzata tra i monti distante solo qualche chilometro da Iglesias. Ha, quindi, ricostruito la cronistoria del sito dal periodo in cui furono attive le concessioni minerarie, con la realizzazione di cave che hanno trasformato morfologicamente il territorio.
Poi, proiettando una mappa, ha evidenziato alcune aree di probabile interesse archeologico con grotte che riservano peculiarità non solo speleologiche, soffermandosi anche sulle varie iniziative che appetiscono gli escursionisti, come la presenza di percorsi attrezzati che negli ultimi anni hanno incrementato la frequentazione del luogo da tanti turisti italiani e stranieri. Come da programma, questa domenica 1° marzo il CISSA promuove l'evento Iglesias Outdoor organizzando un trekking con ferrata e calata in corda doppia alla gola di Gutturu Xeu. All'appuntamento mattutino siam presenti in dodici: Francesco B., Sara, Mauro, James, Antonio, Daniela D., Michela S., Manuele F., Guido T., Riccardo M., Roberto B., Tore M. e Francesco M. Il tragitto che da Iglesias conduce a Gutturu Xeu è molto breve. Passando da via Cav. S.Filippo, dov'è ubicata la piscina comunale, percorriamo poco meno di 3Km. in direzione Lago Corsi fino a giungere su un dosso con un breve slargo ove parcheggiamo le auto.
Dopo aver indossato caschetto ed imbrago imbocchiamo uno sterrato e, varcato un cancello in rete metallica, seguiamo il sentiero che risale il greto di un torrente. Dopo 500m. giungiamo in un ampio piazzale erboso delimitato da alte pareti sfruttate un tempo dalla cava. Procediamo altri 300m. lungo la gola fino a giungere su un pianoro coronato da pareti verticali fermandoci fronte all'ingresso di un inconfondibile saggio minerario. Nel frattempo soffici nubi grige, infittendosi sempre più, discendono tra le cime montuose creando un'atmosfera che incute fascino, timore ed attrazione, quasi a voler custodire questi angoli nascosti che il CISSA, giorno dopo giorno, insegna sempre più ad amare. Dopo una breve sosta per ricompattare il gruppo riprendiamo la marcia con frenetica euforia per giunger tutti insieme all'attacco della ferrata.
Quindi, risaliamo il pendio a sinistra del cunicolo minerario raggiungendo la cengia nuragica; poi, seguendo il sentiero, arrampichiamo un semplice tratto fino a trovare il cavo d'acciaio ove uno dopo l'altro cominciamo ad allongiarci. Prima di proseguire, Francesco B. tiene un breve briefing su come procedere in ferrata, rammentando l'utilizzo delle longe ed assegnando a ciascuno un compagno col quale instaurare reciproco controllo. Cominciano ad arrampicarsi Michela, Daniela ed Adriano, seguite da me, Manuele ed il resto del gruppo. I nuovi amici posson testare la prima loro progressione in parete sfruttando gli appigli offerti dalle rocce ed utilizzando i gradini in metallo, sempre tenendo agganciati i moschettoni delle longe sul cavo. La ferrata conduce in vetta alla rupe che il CISSA ha battezzato col nome "La Torre", dalla quale è godibile un panorama a 360°. A nord si ergono i maestosi monti del Marganai, mentre ad ovest la vista spazia sul Lago Corsi e prosegue in senso antiorario fino al mare; poi lo sguardo volge sopra la città di Iglesias ed ancora più ad est, varcando le colline, fino alle alture di Orbai. Dalla Torre si può proseguire unicamente con calata in corda.
Il primo a calarsi è Riccardo M. che giunto a terra si appresta a far sicura ai prossimi compagni assistiti al salto da Francesco B. e da Guido. Mentre i nuovi amici sperimentano le nuove emozioni entriamo in sintonia con loro e, avendo già vissuto l'esperienza, siamo consapevoli della tempesta emotiva che stanno vivendo. Ogni compagno, dopo essersi allongiato all'armo, vien rassicurato e guidato a controllare longe, moschettoni ed imbrago fino a prender maggior fiducia ed assaporare il brivido di staccare entrambe le mani dalla corda. Vien poi istruito sulla posizione da tenere in discesa e termina la calata esclamando, quasi a scaricar tensione, un colorito ringraziamento verso chi dall'alto gli domanda: "Com'è andata? Tutto bene?". Ad uno dei nuovi, mentre si sporge per verificare l'altezza del salto, viene amichevolmente chiesto: "Che dici, ti piace?" e lui con imperturbabile compostezza risponde un secco: "Non lo so!".
Ma i suoi occhi tradiscono emozione e son certo che una volta calato e giunto a terra avrebbe voluto subito riprovare l'esperienza. Tra i nuovi compagni c'è anche chi appare più temerario e, conscio del buon esempio che desidera offrire, maschera la sua fragilità applicando i suggerimenti recepiti, nel pieno controllo d'ogni movimento. Altri, invece, sembrano talmente affascinati dal salto che poi s'intimoriscono, convinti possa rilevarsi un'attrazione fatale. Ben comprendiamo i giochi della mente che sovente mostra specchi illusori per dominare sulle nostre aspirazioni, identificando aleatorio ciò che in realtà non è ...ma quel compagno che vincendo si accinge alla calata, ci confida la propria volontà di conoscere, conquistare ed oltrepassare quel limite. Godrà maggiormente questo momento rivivendolo istante per istante i giorni che verranno, nei momenti di tranquillità, in tanti sogni. Chiude la calata Tore, che avrà anche il compito di disarmare.
Recuperata la corda risaliamo un sentiero che conduce sopra un breve piano delimitato da un cornicione roccioso. Questo balcone, dal quale si gode una magnifica vista, si affaccia su una guglia ove poggia un muretto nuragico ed è noto a noi del CISSA come "Nido dell'Aquila". Nel frattempo le condizioni meteo peggiorano, soffia un fresco venticello ed è iniziato a piovigginare. Allongiati al cavo, scavalchiamo il balcone trovando subito una stretta cengia ed iniziamo a disarrampicare utilizzando alcuni gradini in metallo. Poi, ci spostiamo orizzontalmente qualche metro restando aderenti alla parete e sfruttando le intercapedini rocciose fino all'armo di calata che risulta particolarmente esposto.
Il salto è alquanto coinvolgente ed offre tratti appoggiati alla parete e passaggi aerei. Giunti a terra, si procede fianco alla guglia ove son disposti gli anelli per la prossima calata che termina direttamente sul sentiero principale di Gutturu Xeu. Rispetto alle precedenti, questa calata è più semplice in quanto scorre su un pendio con inclinazione non particolarmente erta, se non negli ultimi metri. Ma il percorso è sempre bello e conduce fronte al proseguo della ferrata dov'è custodito il libro di via. Purtroppo la pioggerella sta divenendo battente e, dopo esserci rifugiati brevemente all'interno del saggio minerario, concludiamo l'escursione uscendo dalla gola e raggiungendo le auto. Nonostante il meteo non ci consenta l'arrustigata finale, la giornata è stata per tutti emozionante e divertente.