Appuntamento a Metalla



Per l'appuntamento dedicato alla storia e all'archeologia nel territorio di Iglesias previsto per la fine di aprile, il CISSA aveva organizzato nella Foresteria Monteponi "Centro di Diffusione della Cultura Speleologica" una serata in cui si sarebbe discusso l’inedito percorso trekking "Sulle Orme Di Metalla". 

Il 2 e 3 maggio era programmata l'escursione che, in due giorni di cammino e una notte trascorsa con le tende in montagna, ci avrebbe permesso di percorrere gli oltre 35 km dell'itinerario. La nostra archeologa Aurora Filippi avrebbe curato la presentazione dei siti archeologici e storici mentre alcuni speleologi avrebbero illustrato il percorso trekking. Purtroppo sia la serata di presentazione e sia il trekking sono stati rinviati, per il secondo anno consecutivo. 

Ma come nasce il tracciato? Cosa si può osservare e quali siti avremmo visitato? 

Considerato il rinvio dell’appuntamento rispondiamo solo alla prima domanda con qualche informazione, senza entrare troppo nel dettaglio, giusto per non vanificare l’attesa delle nuove date. 

Tutto ha inizio da una discussione sulla posizione esatta di Metalla: la stazione romana nominata nella descrizione della “via a Tibulas Sulcis" dell’Itinerarium Antonini. Non essendo tutti della stessa opinione, ci siamo soffermati nella biblioteca della foresteria per leggere alcune pubblicazioni in cui si trattava questo argomento di cui riporto alcuni passaggi interessanti… 

Nel libro “La storia della Sardegna antica” di Attilio Mastino (ed. Il Maestrale) …La litoranea proseguiva verso meridione, spingendosi all’interno in direzione di Guspini e di Arbus, per arrivare ai boschi di Fluminimaggiore ed al tempio del Sardus Pater ad Antas, in piena zona mineraria: qui si localizza la mansio di METALLA, a 30 miglia, 44 km da Neapolis… 

E ancora nello stesso testo: …Il territorium era attraversato, in senso nord/sud-ovest dalla via a Tibulas Sulcis nella sezione ultima da Metalla (Grugua?) a Sulci, di 30 miglia (circa 45 km)… 

Nella pubblicazione di Raimondo Zucca - Le Massae plumbae di Adriano in Sardegna. In: L'Africa romana: atti dell'8. Convegno di studio, 14-16 dicembre 1990, Cagliari (Italia). Sassari, Edizioni Gallizzi leggiamo: …L'incertezza sulla ubicazione di Metalla si manifesta attraverso la varietà di soluzioni del problema topografico proposto dagli studiosi. 

Nel secolo XVI G.F. Fara localizza Metalla nell'Iglesiente, presso Portoscuso; al principio del Seicento Ph. Cluverius segna Metalla nella zona di Villa di Chiesa (Iglesias). Il Manno nella sua Storia di Sardegna indica genericamente il territorio di Iglesias. La scoperta del tempio di Antas, dovuta al Lamarmora, suggerì di connetterlo al centro di Metalla, in rapporto sia alla densità delle miniere antiche dell'area circostante, sia alla posizione mediana di Antas rispetto a Neapolis ed a Sulci. Più precisamente, il Lamarmora ubicava Metalla nella Valle di Mairreddu a SE di Antas, dove individuava resti di un edificio romano, V. Angius e G. Spano si accordano nel localizzare Metalla nei pressi di Antas mentre il Baudi di Vesme segnava Metalla ad oriente di Iglesias, in località Corongiu.

In generale, l'ubicazione di Metalla nell'area di Antas è stata sostenuta dagli studiosi, ad eccezione di C. Meloni che ha preferito localizzarla a Grugua, nell'ambito delle «Rovine di Gessa»… Nella pubblicazione di Mattia Sanna Montanelli in “Isole e terraferma nel primo cristianesimo Identità locale ed interscambi culturali, religiosi e produttivi - Atti XI Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana” ...Grazie ad una nuova ricostruzione della viabilità antica del settore montano iglesiente, formulata sulla base di inediti dati d’archivio, risulta confermata l’ipotesi di riconoscimento presso Grugua (Buggerru) della statio di Metalla (It. Ant., 84), centro amministrativo del distretto minerario iglesiente… 

Nonostante le diverse letture avevamo ancora numerosi dubbi: quale poteva essere il percorso che seguivano i romani partendo da Grugua per raggiungere Sulci? O la valle di Antas? inoltre esisteva, ad esempio, una viabilità secondaria che permetteva ai condannati “ad metalla” di raggiungere le miniere? Il territorio è stato completamente esplorato? 

Da queste curiosità è nata l'idea di approfondire la nostra conoscenza della porzione di territorio compresa tra Iglesias, Buggerru e Fluminimaggiore ossia, di quell’area dove avremmo sicuramente intercettato sia la via naturale per Grugua sia quella per la valle di Antas. 

Così, senza pretesa scientifica, abbiamo programmato delle "battute di osservazione", un po' come si usa fare in speleologia nella ricerca di nuove grotte: si va in escursione con l’obiettivo di provare ad “osservare” qualcosa che ancora non si conosce. L’esperienza delle “battute di ricerca grotte” ci insegna infatti che non è poi così impossibile trovare qualcosa che nessuno ha mai notato. 

Battute di ricerca: Palmo a palmo o aree selezionate? 

Esplorare metro per metro un territorio così vasto richiederebbe decenni; può essere una soluzione valida nel discorso speleologico dove si ricerca la più piccola apertura nel terreno in una sezione ridotta della montagna, ma non in un’area di diverse decine di chilometri quadrati. 

Così, prima di indossare gli scarponi, con un po' di fantasia siamo tornati indietro nel tempo per immedesimarci nella situazione in cui si trovavano i romani ossia, doversi spostare per diversi chilometri con carri trainati da animali, magari trasportando uomini, materiali e/o provviste: che percorsi avrebbero seguito? Dove avrebbero trovato riparo per gli animali? e l’acqua per dissetarli? sfruttavano una viabilità già presente risalente ad epoche precedenti? quali valichi avrebbero superato? 

Per logica abbiamo selezionato i possibili tracciati in base alla lunghezza, alle pendenze del terreno, alla presenza di sorgenti, alla tipologia dei terreni, ecc. ecc. 

Per un anno intero, incuranti del caldo estivo o delle abbondanti piogge invernali, abbiamo perlustrato sistematicamente le diverse possibilità che avevamo selezionato sulle carte. 

Abbiamo percorso numerose valli, ripulito vecchi sentieri oramai cancellati dalla vegetazione, visitato sorgenti, chiesto informazioni ai pastori, siamo andati ad osservare di persona le testimonianze romane di cui avevamo letto nei libri. 

Durante le escursioni, ogni qualvolta che individuavamo qualcosa di particolare registravamo la posizione sulle carte IGM. 

Nell'elenco dei punti di interesse abbiamo annotato i siti archeologici già noti (ma anche alcune sospette “novità”), diversi siti storici, gli antichi siti minerari, le chiese campestri, le sorgenti, (nuove) strade con i segni del passaggio delle ruote dei carri, località dove coesistono ceramiche romane e nuragiche, nuove grotte non censite (con evidenti opere artificiali), particolari strutture realizzate in pietra non osservabili in altri luoghi, punti con alta concentrazione di ossidiana fino ad arrivare ad una inaspettata “scoperta” in mare. Dopo oltre un anno trascorso a consumare scarponi ci siamo dedicati a ricomporre il puzzle: unendo i punti GPS e le sezioni delle tracce ci siamo resi conto di aver “creato” un itinerario di oltre 35 km che si sviluppava in un ambiente naturale di straordinaria bellezza. 

Il percorso muta ripetutamente anche nell’arco di pochissimi chilometri: cambiano gli scenari, la vegetazione, i paesaggi, le rocce, la storia…

Insomma, avevamo raggiunto l’obiettivo di approfondire la conoscenza del territorio, trovare qualche “novità” e individuare una strada…che poi si è rivelata un bellissimo percorso trekking. Una cosa è sicura: lo zaino e gli scarponi son pronti, la tenda pure, ci manca solo la nuova data. 

Piuttosto, sapete dov'è Metalla? 

Noi non siamo ancora d'accordo, ma ci siamo passati di sicuro.