Abisso Gasparro (marzo 2025)


L'Abisso della Galleria Gasparro, identificato con il numero SA/CA 1115 nel catasto speleologico regionale, presenta un dislivello totale di 169 metri ed è una delle quindici cavità più profonde della Sardegna. Le prime esplorazioni risalgono agli anni '70 e vennero effettuate dagli speleologi dell'Equipe Speleologica Domunovas. In un articolo della rivista Speleologia Sarda (Gen-Mar 1976), si narra che in una di queste prime esplorazioni parteciparono Padre Antonio Furreddu (uno dei pionieri della speleologia sarda) e Tore Pintus del Gruppo Speleologico Pio XI, ma dovettero sospendere l'esplorazione principalmente a causa dell'abbondante scorrimento d'acqua del ruscello interno che ostacolò il proseguimento delle operazioni. Il rilievo completo dell'Abisso Gasparro fu effettuato nel 1975 ad opera di una squadra composta dagli speleologi dell'Equipe Speleologica Domusnovas e dello Speleo Club Domusnovas.
I componenti della squadra C.I.S.S.A. odierna che andranno ad esplorare l'Abisso Gasparro sono: Francesco Ballocco, Vladimiro Inconis, Francesco Manca, Matteo Marras, Barbara Nieddu, Nicola Perotti e Adriano Urracci. La decisione di riprendere le esplorazioni delle voragini rientra in un progetto volto a potenziare e perfezionare ulteriormente le competenze dei nostri speleologi, con l'obiettivo di utilizzare le tecniche d'armo più appropriate in relazione ai diversi ambienti che, man mano, s'incontrano durante la progressione su corda. L'escursione precedente si è svolta alla Grotta Punta Rosmarino, ove l'armo è stato curato da Matteo. Invece, la grotta odierna sarà armata da Vladimiro. Ogni armo sarà attentamente valutato e commentato, sotto la supervisione di Francesco Ballocco, affinché ogni dubbio possa essere chiarito ed il risultato sia sempre il migliore per quel contesto specifico. I puntuali suggerimenti tecnici di Francesco Ballocco e di Adriano Urracci, arricchiscono i nostri ragionamenti ed incrementano costantemente il nostro bagaglio speleologico.
Alle 9:00 giungiamo nel vecchio borgo minerario di Sa Duchessa, sito nell'area comunale di Domusnovas. Parcheggiamo in uno slargo ove son presenti alcuni ruderi e ci prepariamo per la spedizione facendo cambio d'abito con tuta ed imbrago. Siam tutti concordi nel confermare che l'aria frescolina di marzo punzecchia sempre! Dopo la foto di rito, carichi di corde ed attrezzatura, risaliamo la ripida scarpata del versante nord-ovest di Monte Nieddu fino a giungere alla cengia che conduce all'ingresso della galleria mineraria del Cantiere Gasparro. Gasparro è uno dei cantieri di coltivazione appartenenti alla Miniera di Sa Duchessa, ove si estraevano minerali solfurei come la galena (ricca di piombo), e la sfalerite (da cui si estraeva zinco). Nel periodo in cui questo cantiere era ancora attivo, durante le ricerche di una vena mineraria, i minatori scavarono una galleria laterale e scoprirono l'ingresso di un profondo pozzo che fu chiamato "Abisso Gasparro".
Dopo aver percorso un centinaio di metri di galleria principale, sul lato destro si apre una traversa che si affaccia direttamente nella grotta. Alle 9:30 cominciamo le operazioni. Dopo aver creato l'armo di partenza e predisposto un corrimano per consentirci l'avvicinamento in sicurezza al pozzo (Pozzo Gabriella), oltrepassiamo due deviazioni e cominciamo una calata di 35 metri lungo la quale abbiamo opportunamente predisposto 2 frazionamenti. Discendiamo quasi totalmente in appoggio, eccetto gli ultimi metri, ed atterriamo in un breve terrazzino ove ci allongiamo al 3° frazionamento. Il calpestio, oltre ad essere fortemente inclinato, risulta scivoloso per il costante stillicidio che si accumula dalle pareti. Fin'ora non abbiamo riscontrato fauna ipogea, se non nella galleria principale, ove abbiamo trovato qualche ragno, zanzare di grotta ed un solo geotritone nascosto in un' intercapedine.
Proseguiamo in una ripida discenderia (Discesa Ivana), quasi interamente inglobata in una galleria carsica lunga circa 25 metri, che si sviluppa in una curva orientata verso sinistra. Il calpestio, a tratti sdrucciolevole, è solcato da un rigagnolo d'acqua miscelato da pietrame e fanghiglia. Lungo una rientranza della roccia, lo stillicidio che percola abbondantemente dalle pareti ha creato una piccola cascata che va ad alimentare il rigagnolo che stiamo percorrendo. È probabile che tale scorrimento d'acqua abbia carattere stagionale, con notevole incremento nei periodi di forte pioggia. Lungo la discenderia abbiamo predisposto il 4° frazionamento ad una distanza di circa 6 metri dal 3°; mentre nel 5° frazionamento terminiamo la corda di 50 metri e ne prepariamo una nuova da 60 metri; infine il 6° frazionamento, creato leggermente oltre la piccola cascata, termina la discenderia, conducendoci direttamente nel Pozzo Marina, sopra il quale costruiamo un maestoso nodo garda che utilizziamo come 7° frazionamento.
Proseguiamo a calarci, parzialmente a contatto con la roccia, per circa 35 metri, giungendo all'8° frazionamento, oltre il quale, con un salto di circa 16 metri nel vuoto, atterriamo nella Sala Susanna. Sul fondo della sala è presente un pertugio. Prima di introdurci, creiamo al suo ingresso il 9° frazionamento. Poi proseguiamo strisciando per qualche metro fino a raggiungere l'imboccatura del prossimo pozzo (Pozzo Susanna). Armiamo il pozzo con un nodo coniglio e, dopo aver predisposto il 10° frazionamento, ci introduciamo in una strettoia che allargandosi ci consente una calata parzialmente in appoggio per circa 18 metri. Arrivati su una breve cengia, con un'alta parete verticale alle nostre spalle, proseguiamo preparando l'11° frazionamento e ci inoltriamo in un cunicolo che, incanalandosi tra le rocce, si apre in una grande sala (Sala Rossana). Finalmente iniziamo a scorgere alcune concrezioni, tra cui qualche grande eccentrica.
In questa sala creiamo l'armo su una clessidra alla quale fissiamo una nuova corda da 50 metri. Quindi, ci caliamo verticalmente in un nuovo passaggio angusto che porta a un piccolo ambiente riccamente concrezionato. Tale bellezza ci coglie di sorpresa, poiché fino ad ora la grotta suscitava principalmente un interesse di natura tecnica. Proseguiamo creando il 12° frazionamento in una clessidra ed entriamo in una sala col soffitto molto alto. Superiamo il 13° ed il 14° frazionamento discedendo alcuni metri e, giunti al 15° frazionamento, ci caliamo in una profonda diaclasi (Pozzo Mariangela), per circa 30 metri. La corda termina nel 16° frazionamento, ove ne preodisponiamo una nuova da 30 metri. La discesa prosegue per una altra decina di metri, terminando nella Sala Rosella, ove scorre un rigoglioso ruscello.
L'ultimo e 17° frazionamento frazionamento è creato su una calata di circa 3 metri che accede a un piccolo ambiente, senza apparente prosecuzione. Siam giunti in fondo all'Abisso alle 16:30, dopo 7 ore trascorse tra l'armare ed il calarci. In risalita, nonostante dobbiamo caricarci i tubolari con le corde per riportarli in superficie, siamo un po' più veloci. L'ultimo ad uscire è Matteo che si occupa di disarmare. Alle 22:30 siamo tutti fuori dalla grotta. Ci prendiamo l'ultima mezzora di tempo per un veloce debriefing, smaggiucchiare qualcosa, birretta veloce e poi si prende la via del rientro, concludendo con soddisfazione la giornata trascorsa.